Cosa si agita nel PD? La domanda è ostica. Ipotizzare ora come evolverà il procedimento politico che condurrà alla fatidica stagione di inizio 2021, quella che proiewtterà alle Amministrative dopo le Provinciali, è palestra assai complicata. Quello che si evince è che nel partito è in atto una trasformazione sensibile della classe dirigente che resta decariana ma sostanzialmente vede affermarsi una nuova generazione di “giovani turchi”. De Caro osserva. Da tempo il Capataz è volutamente fuori dai radar cittadini preferendo coltivare il complicato orticello irpino nel quale profonde possente la sua ars destruens, materia in cui eccelle particolarmente. La Pentarchia, che vede in Antonella Pepe l’esponente emergente, blinda Valentino che non si comprende perchè si presti ad una condiziomne di minorità dopo ml’ecatombe elettorale in casa sua. Per l’Asse la manovra è ad excludendum di Rossano Insogna, una sorta di arroccamento decariano di fronte alla presenza politica e numerica della corrente dissidente alla linea ufficiale che resta nel partito e nel partito vuole dfare battaglia. A partire dalla prossima collocazione per le Amminisyrative del prossimo anno. De Pierro e Del Vecchio guardano al modello deluchiano tradotto a Benevento, i decariani proclamano l’antagonismo a Mastella anche se con meno virulenza rispetto a qualche settimana fa. L’ipotesi fantapolitica è che si possa arrivare ad un connubio tra i due grandi vecchi che alla fine potrebbe essere la soluzione più plausibile e trattandosi di gente pragmatica e che non ferma il vento con le mani la cosa appare possibile. E se ci mettiamo un incontro napoletano tra i due la cosa appare anche fattibile. Ipotesi, azzardi, delirii politici ma non per n questo campati in aria. De Pierro, ovviamente, è assai cauto ma è dell’avviso che remare contro De Luca, in posizione isolata, e contro il PD regionale non è la più cauta delle strategie