All’ipotesi che il Covid l’avremmo superato in estete non ci abbiamo mai creduto, ma in qualche modo ci abbiamo sperato,aggrappandoci ai numeri dei contagi che per i mesi estivi sono stati decisamente più bassi.L’autunno è arrivato, la macchina umana con tutti i suoi meccanismi di relazioni e organizzazioni economiche si è rimessa in moto e i numeri dei contagi sono risaliti.Lo stato di emergenza nel nostro paese è attualmente fissato al 31 gennaio 2021,e mentre si contano nuovi contagi e si processano tamponi e test rapidi,c’è tempo per pensare e riflettere sull’eferatezza di questo virus, che come un alieno si è imboscato nelle nostre vite.Sensazionalismi a parte, si ritorna a parlare di virus creato in laboratorio e quindi non derivato da un patogeno naturale.Ne è convinta la virologa Li-Meng Yan, che in una intervista al settimanale “La Verità” racconta del contenuto di un ricco fascicolo in cui sono descritti in maniera scientifica i passaggi che portano a credere alla versione per cui il Covid-19 sia un virus letale creato dal Wuhan Istitute of Virology, un laboratorio di massima sicurezza controllato del Partito comunista cinese”. Per la virologa cinese, che attualmente vive a New York sotto la protezione del Governo americano,la verità non viene detta da nessuno, e punta il dito contro il governo cinese, l’Oms,gli scienziati.La dottoressa ammette di aver studiato il genoma del Sars-Cov-2 e di aver rilevato che il suo corredo cellulare non esiste in natura.Inoltre nel suo rapporto dettagliato di 26 pagine,la virologa spiega che il Covid che ci ha colpiti è simile a un virus di proprietà di un laboratorio di ricerca militare, e descrive tutti i passaggi seguiti dal Wuhan Institute of Virology per modificare questo coronavirus. Alcune parti del patogeno sarebbero state aggiunte, sostituite e modificate” per farci credere che si trattasse di un nuovo virus.