Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Altrabenevento:
Dal 15 settembre l’Arpac e la Asl hanno accertato che l’acqua immessa in rete dalla Gesesa e servita anche ad una fontana del rione Libertà NON E’ POTABILE. Hanno quindi chiesto al Comune e alla Gesesa la sospensione della fornitura idrica. Quella analizzata è la stessa acqua prelevata dai pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni e servita dalla Gesesa a tutto il rione Libertà, al rione Ferrovia e al Centro storico. L’esame che ha allarmato l’ARPAC e la ASL è stato fatto ad una fontana della zona San Modesto ma ciò non significa che la NON POTABILITA’ si possa riferire solo a quell’acqua.
Invece il sindaco Mastella, ieri pomeriggio, dopo il primo comunicato di Altrabenevento, non ha interrotto il servizio nella parte bassa della città e si è limitato ad ordinare solo ai cittadini della parte destra del rione Libertà di “non usare l’acqua per fini potabili”.
Ma gli abitanti della zona non sono stati neppure tempestivamente informati. Dal 15 settembre, per tre giorni, hanno continuato a bere, cucinare e lavarsi con acqua non potabile, ma il sindaco non ha pensato di avvisarli del pericolo telefonicamente o con un’auto munita di altoparlanti. Neppure sul sito del Comune e su quello della Gesesa è stata fornita la dovuta informazione.
Ieri sera Mastella, subissato di critiche ha spiegato che bisogna stare tranquilli (sic!) perché hanno trovato nell’acqua solamente il batterio Pseudomonas Aeruginosa e che il problema si risolve con lo “scialacquamento delle tubazioni” (dichiarazione testuale del primo cittadino) .
A parte il fatto che questo batterio è davvero pericoloso comunque non si comprende perché dovrebbe essere l’unico inquinante trovato. Infatti, la Gesesa ha annunciato l’uso di grossi quantitativi di cloro da immettere in rete per lavare le tubazioni ma se il problema è stato determinato da un difetto di clorazione allora hanno trovato anche altri inquinanti microbiologici.
Tra l’altro, occorre segnalare che anche il risultato del “lavaggio” delle tubazioni con grossi quantitativi di cloro finirà nei rubinetti delle case e delle attività commerciali considerato che la fornitura idrica non è stata sospesa, con conseguente pericolo di aumento di altri inquinanti, ad esempio Triclorometano (Cloroformio).
E’ necessario che siano pubblicati i risultati ufficiali degli esami effettuati: questa città non può continuare ad avere presunte informazioni, tra l’altro tardive e solo dopo le denunce di Altrabenevento, da un sindaco puntualmente smentito dai fatti.
Ed è necessario che sia sospesa tutta la fornitura idrica della Gesesa ai rioni Libertà, Ferrovia e Centro storico fino a quando non sarà accertata, con esami condotti anche con la partecipazione delle associazioni rappresentative dei cittadini, la potabilità delle acque.
Da tempo ripetiamo che l’acqua prelevata dalla falda sotto la città di Benevento non può essere usata per fini potabili considerato che i fiumi non sono depurati (oggetto di indagine della Procura della Repubblica) e parte della rete fognaria non è neppure controllata perché non gestita da Gesesa. Dal 2003 il Piano D’Ambito prevede ufficialmente la chiusura dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni che invece sono ancora utilizzati per fornire acqua a 58.000 abitanti della parte bassa della città.
Lunedì presenteremo un nuovo esposto alla Procura della Repubblica e da martedì 22 settembre ricominceremo a raccogliere le firme per chiedere che tutta la città sia servita da acqua buona del Biferno, finora destinata solo alla parte alta ma è necessario che il Consiglio comunale, i partiti, i sindacati, le associazioni dei consumatori la smettano di partecipare al “coro del tutt’apposto” e si decidano ad occuparsi di acqua, bene primario ed indispensabile per a vita.
N.B. Ancora aspettiamo di sapere che ne pensa di questo disastro l’assessore all’Ambiente del Comune, Gerardo Giorgione, che dai cittadini del rione Libertà ha avuto molti consensi elettorali. La presidente Sandra Sandrucci