Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Altrabenevento:
“La società Artea, incaricata dal Comune di Benevento di effettuare controlli sulla presenza di tetracloroetilene nei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni dai quali viene prelevata l’acqua servita ai rioni Ferrovia Centro storico e Libertà, ha confermato con una relazione presentata il 29 luglio 2020, che il pericoloso inquinante è ancora presente nella falda, come denunciato da Altrabenevento già a dicembre 2018.
Adesso non si può più tergiversare sul “potenziale inquinamento” dietro il quale si sono nascosti per diversi mesi il sindaco Clemente Mastella e il presidente della Gesesa, Luigi Abbate.
Infatti, la società incaricata dal Comune attesta che “ll presente pìano della caratterizzazione ha defìnito che le aree oggetto di indagìne risultano essere contaminate”.
Di conseguenza la società Artea ha proposto di allargare l’area di esame effettuando ulteriori esami in 16 punti, anche mediante nuove perforazioni fino alla falda, per individuare la fonte della contaminazione ed effettuare la eventuale bonifica.
Intanto l’acqua prelevata dai pozzi contaminati viene ancora servita agli abitanti della parte bassa della città.
Mastella e Abbate a giugno dello scorso anno avevano assicurato che il problema sarebbe stato risolto a settembre 2019 con la fornitura di acqua dai pozzi di San Salvatore Telesino che invece non sono ancora in funzione.
Finora, grazie alle insistenze di Altrabenevento e alla petizione firmata da alcune migliaia di cittadini, è stata aumentata la fornitura di acqua buona dall’acquedotto del Biferno che in parte viene mischiata con l’acqua contaminata di Pezzapiana e Campo Mazzoni.
Ma nonostante questa alchimia, i dati pubblicati da Gesesa (gli ultimi risalgono ad aprile 2020) confermano che il tetracloroetilene nel cocktail di acque servite alla parte bassa della città è tuttora presente in concentrazioni doppie (2,2- 2,35 microgrammi litro) rispetto alla soglia di contaminazione.
Sollecitiamo ancora una volta il consiglio comunale, le forze politiche, i sindacati, le autorità di controllo, la Prefettura, la Procura della Repubblica e il Ministero dell’Ambiente ad intervenire per imporre all’amministrazione Mastella e alla Gesesa la chiusura immediata dei pozzi contaminati e la fornitura a tutta la città dell’acqua buona del Biferno finora destinata solo alla parte alta.
La presidente, Sandra Sandrucci