La chiusura di Città Spettacolo o ciò che oggi si spaccia per la pioneristica intuizione che ebbero Gregoretti e Pietrantonio e prima di lui Tedeschi. Doveva essere la rampa di lancio in grande stile per la volata elettorale di Mastella, poco c’è mancato che ne costituissse la pietra tombale. Il sindaco e la sua proverbiale buona sorte, declinabile nelle accezioni le più colorite. Il suo chiappismo lo ha ancora una volta salvato dalla palude di un paio di concerti fatti apposta per generare possibili focolai in un momento di grande escalation del virus. In suo soccorso, l’altolà della Regione e la decisione del Comitato sicurezza della Prefettura che ha provveduto a togliergli le castagne dal fuoco, mentre un altro tavolo tecnico, in Questura, ne aveva dato il via libera sette giorni prima. Quattro passi nel delirio, parafrasando un film di successo, che per il Ceppalonico potevano avere effetti devastanti mentre invece si ci dimentricherà in fretta, vista la velocità del vivere d’oggi. E lui, scaltro ha già provveduto a superare la cosa attaccando sul fronte della riapertura delle scuole paventando la inutilità della ripresa il 14, meglio per lui rimandare a dopo le elezioni. Che è cosa buona e giusta, logica più che altro. Così come per gli alberi. Mastella trae spinto da quanto accaduto a Massa Carrara, un albero che ha ucciso due bimbi. Si chiede cosa sarebbe successo qui da noi e si riferisce ai pini di Viale Atlantici e chi ne avrebbe risposto penalmente. Ovvio che il sindaco è al centro dell’attenzione ma è altrettanto ovvia la replica: chi amministra è chiamato a governare e a prendersi anche delle responsabilità. Peccato che a Mastella sfugga, per esempio, che c’è ancora un ponticello dissestato su cui, nonostante un’ordinanza ne vieti il transito, le auto proseguono a passarci su. Aspettando il nuovo ponte non sarebbe il caso di richiudere l’attuale?