Un importante salvataggio è stato effettuato dalla LIPU a Benevento in prossimità dell’Oasi LIPU “Zone Umide Beneventane” che ha interessato un falco non comune, il lodolaio (Falco subbuteo). L’uccello rapace è stato ritrovato ferito ad un’ala tra le contrade San Vitale e Pantano nel territorio comunale di Benevento e consegnato alla LIPU beneventana da un giovane che abita in zona, Cosimo Ciampa. Una volontaria della LIPU, Flavia Iori, è giunta a Pantano a prelevare l’animale per condurlo al Presidio di Assistenza Veterinaria (PAV) dell’ASL a S. Giorgio del Sannio. Qui, graziealle attente cure dell’equipe di veterinari coordinati dal dott. Antonio Facchiano,responsabile del PAV, è stato medicato e alimentato. Il giorno successivo un’altravolontaria della LIPU, Chiara M. Vesce, si è incaricata di andare a prendere illodolaio al PAV a S. Giorgio del Sannio per trasferirlo a Napoli al Centro Recupero Fauna Selvatica (CRAS) che ha istituito oramai da una decina di anni l’ASL Napoli 1Centro. In quest’altra struttura dell’ASL, il cui responsabile è il dott. Pasquale Raia,l’animale è stato preso in consegna dagli operatori e dai veterinari per tutti gli accertamenti necessari, radiografie e altre indagini, al fine di stabilire la prognosi conrelative azioni di intervento.
Il lodolaio è un uccello rapace della famiglia dei Falconidi e rispetto ad un suo“cugino”, il gheppio, famoso per fare il volo a “spirito santo” sopra i terreni incoltiper individuare le prede da catturare, in Italia non è molto diffuso con coppie nidificanti stimate tra 500 e 1000. Si tratta di un piccolo falco, più piccolo delpellegrino, infatti è lungo solo 30-36 cm con un’apertura alare che non arriva almetro, che si nutre in particolare di altri uccelli, tra cui rondini, balestrucci e allodole,da cui deriva il suo nome italiano. Cattura anche grandi insetti come le libellule cheriesce a predare sugli specchi e corsi d’acqua, presso i quali predilige riprodursi innidi già realizzati e abbandonati da altre specie di uccelli come le cornacchie.L’habitat in cui vive il lodolaio corrisponde proprio agli ambienti presenti nell’Oasi di protezione “Zone Umide Beneventane”, inglobata nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale di Benevento nel 2008 su proposta della LIPU che dal 2013 la gestisce,non a caso già in passato questo rapace è stato inserito dalla LIPU nell’elenco dellespecie osservate nell’Oasi. Infatti la rigogliosa vegetazione ripariale che si alterna aglispazi aperti coltivati delle piane alluvionali e degli ambiti collinari è la situazione paesaggistica dove si trova meglio il lodolaio. Inoltre nell’Oasi LIPU di Beneventosono presenti interessanti boschi igrofili, di cui il più grande – quasi 20 ettari – sitrova in località Serretelle, nel comune di Benevento, alla confluenza del torrenteCorvo-Serretelle nel fiume Calore. Tale aggregazione arborea, che costituisce il piùgrande bosco igrofilo planiziale, cioè di pianura, del fiume Calore irpino-beneventano dalle sorgenti in provincia di Avellino sino alla confluenza nel Volturno, è un eccezionale scrigno di biodiversità che va tutelato in maniera attenta, anche perconsentire al lodolaio di nidificare, evitando che i periodici lavori di manutenzione idraulica dei fiumi lo depotenzino, come si è riusciti a fare negli ultimi anni daquando la Provincia di Benevento gestisce i corsi d’acqua principali, in cui spesso sisono attuati tagli selettivi e non integrali degli alberi delle rive dei fiumi.