Un riconoscimento per Paolo Ascierto,l’oncologo e ricercatore dell’Istituto nazionale Tumori Pascale di Napoli , diventato nei mesi uno degli uomini simbolo dell’emergenza coronavirus grazie alla brillante idea di utilizzare un farmaco per l’artrite reumatoide, il Tocilizumab, per contrastare il virus. A lui è stato dedicato il premio Giffoni50 – al Giffoni Film Festival che sta avendo luce in questi giorni – “un premio per chi fa del bene e rende la società più umana“, parola del direttore Claudio Gubitosi. E’ stato proiettato in anteprima, alla 50esima edizione del Giffoni Film Festival, un estratto video di 6 minuti di ‘1+1=3′, docufilm diretto da Romano Montesarchio e prodotto dalla Bronx Film Production di Gaetano Di Vaio che racconta la storia e la vita dell’oncologo dell’istituto tumori Pascale di Napoli e la sua battaglia contro il coronavirus.
A Giffoni, Ascierto ha partecipato anche a una masterclass con 100 giurati di eta’ compresa fra i 15 e i 24 anni, rispondendo alle curiosita’ dei giovani e spiegando i pericoli invisibili dell’emergenza sanitaria . “Questo mio ritratto- ha commentato- rappresenta un viaggio sorprendente nella mia stessa esistenza, illuminera’ quanto di buono e intenso abbia fatto la comunita’ scientifica in questi terribili mesi della pandemia. Questo racconto porta a galla quanto lavoro, entusiasmo e volonta’ abbiamo investito da marzo ad oggi e quanto ancora faremo per salvare vite umane. Se la pandemia ci ha insegnato un valore e’ ancora una volta la costanza con cui bisogna vivere il nostro mestiere”. “Questi eventi ti insegnano profondamente. Io mi considero un medico come ieri, un oncologo in prima linea nella ricerca contro il melanoma. Ho affrontato la narrazione- ha aggiunto il ricercatore- e il viaggio scientifico nella maniera piu’ sobria, senza perdere per strada nessuna emozione”. La genesi di tutto, rievoca ASCIERTO, risale a “una conversazione tra amici. Il mio amico, il dottore Stefano Ambrosio della direzione scientifica dell’Istituto nazionale tumori Pascale, e Di Vaio, stavano dialogando proprio nelle ore in cui ebbi l’intuizione di adoperare il Tocilizumab sui pazienti in serie difficolta’ respiratorie, gran parte dei quali ricoverato in terapia intensiva. Quando Stefano e Gaetano chiacchieravano, fu proprio Di Vaio a proporre l’idea di un racconto che scavasse dentro questo improvviso pericolo per il pianeta. Tutto cio’ e’ stato realizzato grazie alla dedizione e accoglienza dei vertici del Pascale”.