Branchi di cinghiali invadono i campi, mettendo a rischio la vita delle imprese agricole e dei cittadini. È la denuncia che Coldiretti Benevento – a firma del presidente Gennarino Masiello e del direttore Gerardo Dell’Orto – ha inviato questa mattina al Prefetto di Benevento, Francesco Antonio Cappetta.
In vaste aree del territorio provinciale – scrivono Masiello e Dell’Orto – si vive ormai un vero e proprio allarme cinghiali. Coldiretti, interpretando il forte malcontento di centinaia di imprenditori agricoli associati, chiede alle Istituzioni di affrontare con decisione risolutiva il problema. Tra le produzioni devastate dagli animali in cerca di cibo, preoccupano i vigneti in vista dell’imminente stagione di raccolta delle uve. Un prodotto di eccellenza per il Sannio che va protetto dalle invasioni, con cinghiali che raggiungono anche i 150 chili di peso. Poiché le nostre imprese affermano con chiarezza di non voler essere sfrattate dai cinghiali, Coldiretti chiede con altrettanta forza di fermare l’ormai incontenibile presenza. Nelle aree più isolate vi è addirittura il rischio della scomparsa dell’attività agricola per il continuo passaggio di vere e proprie mandrie, che hanno anche causato smottamenti nei terreni, con conseguenti danni all’ambiente ed al territorio. Il fatto che le segnalazioni siano molteplici e quotidiane fa stimare un drastico aumento del valore dei danni causati dalla fauna selvatica, il cui risarcimento non è mai proporzionato all’effettiva perdita di produzione.
Coldiretti intende, ancora una volta, puntualizzare che l’obiettivo non è quello di avere più fondi per i rimborsi, ma semplicemente consentire agli imprenditori agricoli di arrivare a fine ciclo con le colture. Occorrono pertanto azioni concrete ed efficaci per contenere il fenomeno, che non colpisce solo il mondo agricolo ma la salute e la sicurezza di tutti i cittadini, con il rischio di incidenti lungo le strade.
L’aumento del numero degli ungulati sul territorio è probabilmente legato al caldo invernale record, che ha provocato un vero e proprio “baby boom” anticipato di cinghiali nelle campagne, dove questi animali selvatici scorrazzano liberamente. La situazione è particolarmente difficile nei territori di confine tra le parti boscate ed i terreni coltivati.