Ci è voluta una determinazione forte della Regione per indurre gli Ato campani ad affrettare i tempi e redigere bozze di piano industriale che da tre anni non erano nemmeno state affrontate. La lettera del due luglio, ignota ai sindacati ma non alle istituzioni politiche, ha destato le coscienze e indotto ad una improvvisa azione febbrile da parte degli ambiti, compreso quello di Benevento, ovviamente. Pasquale Iacovella, da noi interpellato, ha definito il termine ultimo del 17 luglio come impossibile da rispettare ma è certo che l’ultimatum di Palazzo Santa Lucia abbia messo in funzione le procedure che, nello spazio di una anno circa dovrà portare agli indirizzi generali del Piano d’Ambito.
Nel frattempo è stata redatta la Relazione che chiamerà in causa i sindaci in merito alla futura organizzazione dei sad, i sub ambiti distrettuali, circa i quali i comuni dovranno definire le linee guida per governare la loro frazione organica “nel rispetto dell’autosufficienza provinciale”. Napoli fa la voce grossa, in effetti la legge 14 del 2016 langue al suo destino mettendo anche i presidenti di provincia nelle condizioni di agire in una materia nella quale non avrebbero più voce in capitolo e in cui, invece, sono pienamente coinvolti.