Dopo il caso della giovane donna rumena residente a Moschiano che si è scoperta positiva al Covid-19, ecco quello di un cittadino di origini venezuelane che abita da anni a Santa Lucia di Serino. Insomma, in Irpinia l’incubo coronavirus non è ancora finito e i due nuovi casi lo dimostrano plasticamente.
Il 69enne è arrivato ieri al Pronto soccorso dell’ospedale “Moscati” di Avellino con febbre alta, difficoltà respiratorie, pressione molto bassa e problemi cardiaci. Era sotto controllo da giovedì da parte del medico di famiglia per i gravi sintomi influenzali e gli era stato già somministrato il tampone naso-faringeo. In due giorni, dunque, l’escalation della patologia e l’esito dell’esame risultato positivo. Ora, dopo essere stato già intubato nel reparto di Emergenza, è ricoverato in isolamento in una stanza di Anestesia e Rianimazione.
La città ospedaliera, dunque, non è più covid-free. L’ultimo paziente affetto dal virus era stato dimesso lo scorso 22 giugno.
La giovane mamma rumena, intanto, che ha avuto la diagnosi mentre si accingeva a partorire all’ospedale di Nola, ora è ricoverata con il piccolo al Policlinico di Napoli. Sia la donna che il neonato stanno bene e non presentano problematiche di alcun genere. A Moschiano, intanto, sono iniziati i controlli per isolare eventuali persone contagiate. Già effettuati 40 tamponi, anche al marito e al fratello della donna, oltre che ai suoi contatti più stretti. Risultati attesi tra questa sera e domani. Se ci saranno altri casi positivi, il sindaco Rosario Addeo ha annunciato la richiesta all’Asl di effettuare uno screening di massa.
Stesse procedure attivate anche a Santa Lucia di Serino. Adesso l’obiettivo è evitare il formarsi di focolai.