Riceviamo e pubblichiamo:
“Rileviamo, ancora una volta, una turnazione logistica del personale che lascia intravedere facilmente un intento dal tono vessatorio, considerati i “soliti noti obiettivi” cui esso si rivolge. Il personale dipendente non “allineato” con le direttive non scritte, ma fortemente e visibilmente propinate dall’ azienda, in specie coloro che, liberamente, hanno scelto di non sottoscrivere l’ accordo capestro per il recupero dei crediti maturati (tra l’ altro neppure ancora erogati ai concordatari!) a causa delle perdite relative al passaggio contrattuale. Ebbene tale personale si trova ad essere oggetto di frequenti spostamenti logistici ad ampio raggio chilometrico che, a nostro avviso, nulla hanno a che fare con una logica di efficientamento del servizio, considerati anche i precedenti atti della stessa natura, emanati sempre e soltanto nei confronti del personale “reo” di custodire e tutelare i propri diritti contrattuali dinanzi alla figura terza del Giudice del Lavoro, anziché piegarsi al volere di un’ azienda, da sempre, notoriamente sorda ad ogni tipologia di confronto sindacale (persino a livello semplicemente informativo). Chiediamo pertanto le motivazioni di tale ennesimo spostamento che ha colpito un nostro lavoratore tesserato, da rilasciarsi per iscritto, al fine di conoscerne le cause, perlomeno superficialmente in grado di giustificare tale azione più volte ad esso destinata e, a nostro avviso, squisitamente ritorsiva nei confronti di alcuni lavoratori, in realtà sempre gli stessi (nel caso in specie la “misura ritorsiva” dura da circa 14 anni). Tale riprovevole quanto ingiustificato atteggiamento, si ripete nonostante l’encomiabile e recente ricorso (seppure in chiara contraddizione con le stesse posizioni sino a ieri tenute dall’ Azienda, che ipotizzava addirittura dei deprecabili esuberi verso tali figure) all’ assunzione a tempo determinato di due unità di autisti soccorritori, aventi il compito di ricoprire tali vacanze. La presente si invia per conoscenza anche alla ASL e al Sig. Prefetto di Benevento, al fine di rimostrare tale modus operandi cervellotico, che assoggetta i lavoratori ad un omertoso silenzio, riducendone le condizioni di autonomia, partecipazione alla vita lavorativa e la stessa dignità. Un atteggiamento opprimente e totalitario, più volte oggetto di sentenze di condanna da parte del Giudice del Lavoro, anche recenti.”