Riceviamo e pubblichiamo:
“Preg.ma Dottoressa,
sono rimasto molto colpito dalla lettera della cittadina appena pubblicata sul Suo giornale e mi permetto di offrire alla Sua valutazione le seguenti riflessioni..
Devo dire, sommessamente, che interpreta magistralmente l’umore di noi giovani cittadini telesini, quasi annichiliti da logiche decennali che progressivamente deturpano tutto quanto di meraviglioso offra la nostra Terra.
Non mi rivolgo soltanto alla politica locale, ma anche e soprattutto a chi, dalle finestre, osserva inerme l’incedere del declino di Telese, ormai visibile agli occhi di chi vive o frequenat dalla nascita la Città delle Terme.
Vede, a sostegno delle affermazioni della “collega cittadina”, credo che non possiamo attendere passivamente l’esito delle elezioni e ricominciare semplicemente ad urlare sui social la nostra delusione o il nostro disprezzo verso quel che è stato e che – speriamo di no!!! – sarà.
Il bello del lunedì post elettorale, per molti, è che probabilmente scrivi e commenti quando tutto (o quasi) è già successo, e quindi hai molte più informazioni di tutti gli eccellenti consiglieri neo eletti i cui programmi si possono leggere semplicemente alzando lo sguardo alle pagine precedente del Suo giornale, così come di molti altri.
Allo stesso tempo, tuttavia, Il brutto di commentare l’affresco politico post-elettorale è che, qualunque cosa di ragionevole scrivi, il lettore che ha fra le mani le riflessioni, probabilmente le condivide, le ha già esternate, ma non più di tanto.
Non si è reso protagonista, appunto, delle pagine sopra di questa.
Ciò dimostra che una pagina di riflessioni post-elettorali, ancorché di altissimo profilo, è il luogo geometrico dei casi in cui qualunque ripetizione, comunque camuffata, non solo non giova ma è inutile.
E così siamo punto e capo.
Ritengo che nel corso di lunghi anni (e non imputo responsabilità unicamente in capo all’amministrazione uscente) è che sia successo qualcosa di troppo enorme, troppo inusitato, troppo sconvolgente per metterci una pietra sopra e passare ai tarallucci e al vino.
Il danno provocato da tutto questo – l’abbiamo visto – è enorme. Ma quale giudice valuterà le responsabilità di chi ne è stato la causa efficiente se non il corpo elettorale?
In ognuno di noi deve tornare ad essere viva la voglia di combattere per i valori che insegno da sempre ai miei studenti, che sono il presupposto di ‘persona’ e di ‘comunità’, di libertà e liberazione, che sono figli della ragione e nemici della paura. Lo farò, lo sto già facendo, l’ho fatto anche qui.
Ma non basta. Concordo con la chiara denuncia della “collega cittadina” che, mi permetto, non può rimanere confinata tra le mura di una casa sol perché una coalizione è data (ad ancora tre mesi di distanza) per presunta vincente.
Ci vuole “l’intelligenza degli elettricisti”, tanto per utilizzare le parole di Conte (non il premier, ma Paolo).
Si deve tentare di riparare il guasto, ma ci si deve in ogni momento chiedere se e quando potrà durare la riparazione del guasto, se si è convinti che insistendo nel passato possa programmarsi il futuro.
E, soprattutto, se al di là di qualche bobina o di qualche interruttore, non sia per caso guasto e obsoleto l’intero impianto, perché allora si dovrà provvedere a sostituirlo con uno nuovo e adeguato, il più velocemente possibile. ”
Con stima.
Prof. Avv. Luca Di Majo
Professore di Diritto regionale nell’Università della Campania e Avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere
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