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Benevento| Potere al popolo:operazione Par Condicio, il futuro come merce di scambio

Benevento| Potere al popolo:operazione Par Condicio, il futuro come merce di scambio

14 Giugno 2020 | by Anna Liguori
Benevento| Potere al popolo:operazione Par Condicio, il futuro come merce di scambio
Attualità
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Riceviamo e pubblichiamo:

“Mentre ciascuno di noi sta cercando di riprendere in mano la propria vita, il proprio lavoro e le proprie relazioni in un contesto ancora più difficile di prima, un’altra inchiesta scuote e fa parlare il Sannio.

La Procura di Benevento, nell’ambito dell’Operazione “Par Condicio”, ipotizza i reati di corruzione e violazione del segreto d’ufficio, in relazione ai concorsi delle forze dell’ordine, a carico di circa 118 indagati; tra questi figurano un funzionario del Ministero dell’Interno, un vigile del fuoco in pensione ed uno in servizio, e un consigliere comunale di opposizione.
È evidente che, allo stato attuale, commentare la vicenda nel merito sia poco utile: siamo nella fase delle indagini preliminari, l’accertamento della responsabilità dei soggetti coinvolti è ancora lontano, e di certo ne riparleremo più avanti.
Cosa si può dire allora, di questo ennesimo, poco rassicurante, squarcio di cronaca locale?
L’età e la provenienza di buona parte delle persone coinvolte parla da sola: tanti giovani
tra i 20 e i 30 anni, di Benevento e di ogni parte della provincia, dal Fortore alla Valle Caudina. Tutti avvicinatisi, a vario titolo, ai concorsi pubblici. Ognuno, sicuramente, con una sua storia, un suo percorso, un suo sogno. Un cammino che poi ti costringe a deviare e ad accorciare le distanze, perché il tuo territorio offre poco o nulla, e non ti a garantisce nemmeno la mobilità, figurarsi un’occupazione.

Ed allora cosa rimane da fare? O emigrare, cercando di costruire il proprio futuro altrove, tra lavoro precario ed affitti esorbitanti e criminali. Oppure, per l’appunto, i
concorsi pubblici.
E qui, molto spesso, ad attenderti al varco ci sono i “conoscenti”, gli “amici” tuoi o della tua famiglia, quelli che occupano cariche pubbliche, quelli che “chiamami e
vediamo di sistemarti”.
A una modica cifra – tra i 15.000,00 e i 20.000,00 euro a candidato –, ampia tanto
quanto il margine di agibilità di chi può permettersi di speculare sui bisogni, sulla
sofferenza, sul senso di inadeguatezza e frustrazione che ci hanno insegnato a sanare
attraverso il reddito, in una prospettiva occupazionale fissa che, all’occorrenza e alla
bisogna, diventa “smart”, “flessibile”, “occasionale”.
Ancora una volta, il lavoro come privilegio, come bene ottriato, o come merce di
scambio.
Chiunque, nel corpo politico o istituzionale, basi la propria posizione di potere sulla
speculazione ai danni di chi resta qui, a resistere e combattere quotidianamente contro la
prospettiva della disoccupazione e dell’incertezza, è un nostro avversario dichiarato.
Consapevoli che la magistratura locale dovrà fare il suo corso, ci auguriamo che “Par
Condicio” non diventi una nuova inchiesta destinata a cadere nel vuoto; come soggetto
politico, porteremo avanti il dibattito e le istanze, in ogni sede possibile,
sull’emigrazione, l’abbandono dei territori e sulla costruzione del futuro a Sud.*

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