Un filo conduttore lega la vicenda dell’isochimica, con il suo carico di devastazione, morti, ammalati, disastro ambientale, a partire dal primo giorno ad oggi. Un filo intrecciato con omissioni, collusioni, ricatti, depistaggi, minacce silenziose e urlate, ritardi, ma composto anche da atteggiamenti ipocriti e strumentali oltre che da indifferenza e sottomissione al potere. C’è sempre stato un muro di gomma tra le rivendicazioni dell’ avanguardia operaia, che non si arrende e la giustizia, da trenta anni! Ogni conquista l’hanno ottenuta con la lotta dura, nulla gli è stato concesso in quanto atto dovuto ma addirittura sovente, le mediocri menti di un certo personale politico ed istituzionale ha saputo trasformare i diritti in privilegi umiliando in modo subdolo per l’ennesima volta la dignità di uomini e donne, considerate le famiglie degli ex operai tutti maschi, vittime di una delle peggiori stragi di Stato, si di Stato, perché è utile ricordare che trecento trenta lavoratori, le loro famiglie ed un intero territorio hanno rappresentato e rappresentano l’agnello sacrificale in una delle operazioni di bonifica più consistenti d’Europa, senza misure di prevenzione, con un destino scritto sin dal primo giorno di lavoro, da chi avrebbe dovuto tutelare diritti e salute, ovvero lo stato, e un pseudo imprenditore assetato di potere e accecato dal profitto. Tutti sapevano, il potere istituzionale locale, regionale e nazionale, gli organi ispettivi come l’USL , le organizzazioni sindacali , i partiti, la magistratura ma tutti, o quasi, hanno taciuto. Il processo cominciato tardi e male, avrebbe dovuto attribuire le evidenti responsabilità ma non sarà così, noi non siamo magistrati ma sin dall’inizio abbiamo rilevato e denunciato dei vizi di forma poiché è stato impiantato unendo due filoni d’inchiesta macroscopicamente diversi per responsabilità, arco temporaneo, fatti! Dopo dieci anni circa dal suo inizio, innumerevoli false partenze, intollerabili rinvii, ed un inspiegabile ed inaccettabile trasferimento a Napoli assistiamo ad un progressivo svuotamento; quasi tutti i protagonisti che hanno avuto serie e imperdonabili responsabilità non dovranno più rispondere del male che hanno fatto, tutto ciò nel silenzio imbarazzante di esponenti politici provinciali con importanti cariche nazionali, che mai hanno rinunciato a false primogeniture e squallide passerelle. Oggi come allora, chi ha intrecciato quel “filo conduttore” ricopre il ruolo di puparo certo di decidere le sorti di una massa di pupi.
Tony Della Pia
segretario provinciale
Rifondazione Comunista federazione Irpina