Anche nel Sannio, come nel resto della Campania, esistono dei beni confiscati alla criminalità organizzata che possono acquisire nuove funzionalità, prima di tutto sul piano simbolico. Com’è noto, è la normativa che impone il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.
Ed è quindi ora di avviare anche qui, nella nostra provincia, una riflessione sul tema. Penso all’ex cementificio di contrada Olivola, che ancora oggi non ha una destinazione d’uso, benché il comune di Benevento sia stato sollecitato a far pervenire una manifestazione d’interesse; oppure all’abitazione del clan Ciotta a Foglianise. Apprezzo in tal senso l’impegno del prefetto Francesco Cappetta che, in questi giorni, è impegnato nel riannodare i fili di una vicenda, quella dell’ex cementificio Olivola, che coinvolge da un lato l’amministrazione comunale e dall’altro le istanze di alcune associazioni locali che sarebbero pronte a fare rivivere quella struttura, recidendo i legami con il passato. Una riconversione che promuoverebbe un’esperienza umana e sociale molto significativa per la città. Nelle prossime settimane avvierò un percorso per conoscere lo stato in cui versano le strutture sequestrate in provincia, così da promuovere un rinnovato interesse verso la loro riconversione, un atto che reputo – come dicevo – prima di tutto simbolico.