Il Comitato Acqua Bene Comune Aspettando Godot intende fare il punto rispetto al proprio obiettivo di preservare la gestione pubblica dell’acqua. Nel nostro percorso abbiamo riscontrato risultati positivi, confermati dall’ultima Assemblea dei soci dell’Alto Calore, luogo che ci vide attuare, un anno e mezzo fa, la nostra prima azione di contrasto alla scellerata ipotesi di aprire la compagine sociale ai privati. Nell’ultima Assemblea svoltasi il 28 maggio scorso è stato presentato un utile di bilancio, in controtendenza rispetto al consueto accumulo di debiti che si verificava pur gestendo una risorsa di cui la nostra provincia è ricca, debiti che avevano indotto alcuni soci ad immaginare un ingresso dei privati nella compagine societaria.
Il nostro Comitato ha contrastato l’ipotesi di una gestione privata della risorsa acqua, proprio perché essa è un fondamentale bene comune e non può essere utilizzata dai privati come merce per trarne profitto. E ciò anche in coerenza con la posizione espressa da 27 milioni di cittadini nel referendum del 2011 sull’acqua. Nella suddetta Assemblea dell’ ACS si è discusso della nuova versione del piano di risanamento Pozzoli che, alla luce della situazione aziendale attuale, rinvia al 2023 la discussione sull’eventuale necessità di un aumento di capitale. Per ora la gestione pubblica è salva. Perché l’intento di risanare l’azienda pubblica sia efficace, sollecitiamo che si ricorra al recupero presso i grandi debitori, soprattutto altri enti, si attuino progetti di efficientamento energetico, si proceda celermente ai rifacimenti delle reti etc.
La fase di crisi che stiamo vivendo necessita l’avvio di un’economia nazionale che tenga in giusto conto la conversione ecologica centrata sull’utilizzo consapevole e sostenibile delle risorse naturali. Questo dimostra quanto la preservazione e la gestione dell’acqua sia di importanza vitale. Tutti abbiamo visto le immagini di fiumi, laghi e zone marine in cui, durante il lockdown, l’acqua aveva assunto un aspetto di limpidezza. La minor presenza dell’attività umana ha dato respiro all’ambiente. C’è da aspettarsi anche un riscontro positivo sulle fonti di
approvvigionamento in Irpinia e ciò accresce la responsabilità per la loro preservazione. Vanno scongiurati anche i recenti accadimenti avvenuti in zone a noi vicine dove, con la gestione privata delle acque, si sono evidenziati problemi di qualità dei servizi e di mancata correttezza gestionale. Questa nuova fase di ricostruzione economica e sociale del nostro Paese impone scelte nette e chiederemo, prima di tutto, ai candidati alle prossime elezioni regionali di affermare il protagonismo dell’Irpinia al fine di custodire e utilizzare al meglio la nostra risorsa principale, a vantaggio anche delle province e regioni cui essa è destinata.
Purtroppo nell’anno e mezzo che ci sta alle spalle abbiamo registrato l’assenza dei consiglieri regionali irpini nel dibattito da noi sollevato. Vigileremo perché questo non succeda in futuro.