La Casa di Cura Gepos di Telese Terme comunica la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria a far data dal 1° giugno prossimo.
Tutti negativi i risultati dei tamponi finali, dopo quelli intermedi, per il coronavirus, effettuati sui dipendenti, dopo le dimissioni di tutti i pazienti affetti da Covid-19. Ha provveduto, così, alla sanificazione dell’intera struttura.
Col mese di giugno, specifica la direzione, ripartiranno tutte le attività ordinarie: chirurgiche, ambulatoriali, diagnostiche e di laboratorio.
L’esperienza da Covid Hospital si chiude, pertanto, con risultati lusinghieri, vista la guarigione di tutti i pazienti trasferiti dall’Ospedale San Pio di Benevento e il personale ritrovato totalmente indenne al contagio. Rimane, invece, l’esperienza medica, clinica e umana, dei protagonisti.
Il direttore sanitario della clinica, Davide Castrianni, ha così tracciato un bilancio dell’esperienza: “Siamo sanitari e come tali ci siamo sentiti in dovere di dare una mano. Non c’è altro da aggiungere. In pochi giorni abbiamo studiato, programmato e messo in atto una serie di trasformazioni che ci hanno permesso di poter accogliere pazienti Covid. Tutto questo ha avuto notevoli ripercussioni sulle nostre vite. Le paure individuali non sono state cancellate ma abbiamo continuato a svolgere un lavoro di squadra che poche volte ho avuto modo di vedere: medici, infermieri e ausiliari si sono aiutati e corretti vicendevolmente, con un’attenzione estrema. Tutto questo rimarrà nel know-how di ognuno di noi e influirà per sempre nel modo di affrontare il lavoro futuro. Dal punto di vista personale ho dovuto affrontare un’altra sfida: comunicare la serietà di quello che ci accingevamo ad affrontare ma allo stesso tempo far capire che tutti i protocolli, le procedure e i dispositivi che stavamo adottando ci avrebbero permesso di lavorare in totale sicurezza. All’arrivo del primo paziente in biocontenimento eravamo colpiti ma pronti. Lo abbiamo dimostrato coi fatti, sul campo”.
Per Angelina Aufiero, responsabile dell’Ufficio Qualità: “La Gepos non ha avuto difficoltà a integrare, secondo le linee guida internazionali, le procedure e i protocolli già presenti in clinica per garantire la sicurezza degli operatori e dei pazienti. La novità è stato l’approccio con il paziente da parte degli operatori sanitari, dai responsabili ai medici, dagli infermieri agli ausiliari”.
La caposala Ketty Ianniello: ” Ho sentito sulla mia pelle la sofferenza dei pazienti quando comunicavamo loro l’esito ancora positivo dei tamponi. Risultati che anche noi abbiamo imparato ad attendere col fiato sospeso. Affezionarsi è stato molto facile, ognuno ha trasferito la propria esperienza e il vissuto ospedaliero molto lungo. Non dimenticherò mai l’esultanza di un paziente al primo tampone negativizzato: è stato difficile contenerlo. Memorabili poi le dimissioni: aprire loro la porta e riconsegnarli ai propri cari. Bardati nei dispositivi di protezione ci potevamo guardare solo negli occhi e dai loro occhi capivo i loro stati d’animo”.
“Si chiude un cerchio – ha chiosato il presidente del Gruppo De Vizia Sanità, il dottor Antonio De Vizia -. Siamo stati capaci, abbiamo sfidato, ancora una volta, noi stessi e le competenze per implementarle. Abbiamo dimostrato, non tirandoci indietro, di essere in grado di dare una mano al sistema sanitario pubblico. Mia figlia, la dottoressa Marcella De Vizia, come medico anestesista e rianimatore, è stata la prima ad affiancare i pazienti, a scendere in campo. Non posso che ringraziarla insieme a tutto il personale. Il 1° giugno ripartiremo, più forti e coesi, più capaci. Voltiamo pagina, dopo averne scritta una di cui andare