Duro comunicato a firma del segretario territoriale del NurSind Romina Iannuzzi sulla situazione del Moscati di Avellino,in relazione al rischio contagio da coronavirus anche per gli infermieri.
“In considerazione della gravità del sovraffollamento che in questi giorni sta mettendo a serio rischio gli operatori del Pronto Soccorso con ricadute assistenziali sui pazienti e che l’AORN Moscati di Avellino ha ignorato ad oggi i nostri appelli, il NurSindsi vede costretto dichiarare lo stato di agitazione di tutto il personale del Pronto Soccorso e ad esperire il tentativo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 dinanzi alla Prefettura di Avellino”.
“I motivi alla base dello stato di agitazione sono i seguenti:
• Assenza di un pre-triage con infermieri dedicati, tale da consentire una valutazione dei pazienti attraverso criteri clinici ed epidemiologici prima che questi accedano nella struttura interna del PS;
• Assenza di camere d’isolamento a pressione negativa dedicate a pazienti sospetti Covid: così come previsto dai Decreti Ministeriali e dalle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità;
• Sforamento quotidiano del numero massimo di postazioni visita/stazionamento per gli utenti all’interno del PS: nonostante sia stato fissato, attraverso una disposizione della Direzione Sanitaria, un numero massimo di 22 postazioni barellate e non barellate;
• Assenza Area Filtro al di fuori del Pronto Soccorsoe all’interno del Presidio dedicata ai pazienti in attesa del completamento dell’iter diagnostico;
• Presenza di un esiguo numero di posti letto all’interno della Città Ospedaliera dove ricoverare pazienti sospetti Covid: i 6 posti letto di Malattie Infettive risultano insufficienti;
• Mancanza di spazi nell’Area non Covid del Pronto Soccorso: i pazienti, a causa di mancanza di spazi, vengono allocati nell’ex sala d’attesa interna adibita ora ad Area Medica. Le postazioni in suddetta sala sono sprovviste di tende divisorie e non si riesce ad assicurare il rispetto delle minime distanze di sicurezza;
• Mancata attivazione dell’OBI: Il Moscati è una delle poche Aziende Ospedaliere Italiane, classificate come Dea di secondo livello, a non essere dotato di un OBI (Osservazione Breve Intensiva);
• Chiusura da più di due mesi del Pronto Soccorso Landolfi di Solofra: la chiusura temporanea del suddetto Pronto Soccorso ha di fatto avuto come conseguenza l’aumento degli accessi al PS del Moscati;
• Aumento dei tempi di attesa di pazienti con patologie mono-specialistiche pur in assenza di segni clinici ed epidemiologici riconducibili al Covid-19: quest’ultimi, pur essendo negativi a suddetti criteri, se sono meritevoli di ricovero, attendono dalle 4 alle 6 ore per accedere a ll’UO di competenza;
• Inadeguatezza della rete territoriale: si registrano gravi criticità della rete territoriale soprattutto per quanto riguarda l’assistenza domiciliare a pazienti cronici e a sospetti Covid. Quest’ultimi anche se hanno condizioni cliniche stabili anziché essere assistiti a domicilio, vengono trasportati tramite il Servizio d’Emergenza- Territoriale presso il Pronto Soccorso del Moscati. Nonostante l’attivazione delle USCA (Unità Speciali Continuità Assistenziali) da parte dell’ASL di Avellino, l’assistenza di questi pazienti è affidata qua si totalmente agli Ospedali con gravi ripercussioni sui Dipartimenti d’Emergenza/Accettazione”.