L’emergenza coronavirus ha prodotto una frattura radicale tra cittadini e mobilità pubblica. I trasporti pubblici nelle città, soprattutto nelle metropoli, sono divenuti pericolosi e guardati con sospetto. Oltre le mille criticità legati a servizi scadenti, con abbonamenti e biglietti sempre più cari ma non equiparabili al servizio, aggiungiamo che diventano un problema per gli assembramenti sociali e per la diffusione del coronavirus. La soluzione starebbe nell’aumentare le corse di treni, pullman e metro ma le città sono corse ai ripari dichiarando subito di non aver personale e fondi per poter procedere in tale direzione. La soluzione proposta è quella del non abbattimento dei disservizi e della diversificazione degli orari d’ufficio. Tralasciando le favole che ci vengono raccontate, l’occasione è utile per ritornare a concepire un’idea di trasporto privato che sia sostenibile, adatto al contesto urbano e poco impattante in termini di ecosistema. Accessi contingentati alle stazioni, aeroporti e porti al fine di evitare affollamenti e ogni possibile occasione di contatto; predisposizione di piani operativi per differenziare i flussi di salita e discesa da un mezzo di trasporto e limitare gli spostamenti all’interno delle stazioni, aeroporti e porti nonché nelle aree di sosta dei passeggeri e di attesa del mezzo di trasporto. Nel caos della mobilità sociale, una soluzione potrebbe giungere dall’innovazione dei privati. Alcune compagnie automobilistiche, si pensi alla Nissan, stanno puntando ad un alimentazione bidirezionale attraverso le tecnologie “Vehicle-to-home” e “Vehicle-to-grid” che trasformano le auto di nuova generazione in un vettore di energia utile per lo stoccaggio e per lo scambio di energia con la rete domestica e con la rete pubblica che si traducono in numerosi benefici per la collettività, i gestori di energia e per il cliente. Una soluzione che garantisce meno sprechi e più stabilità, fino ad arrivare alla completa indipendenza come nel caso di un appartamento dotato di impianti fotovoltaici. Inoltre, non appena sarà possibile muoversi nel resto d’Italia, grazie al programma di sviluppo delle infrastrutture che Nissan sta implementando presso la propria rete, sarà possibile percorrere fino a oltre 770 km, aggiungendo una sola ricarica da effettuare presso una delle 83 colonnine Fast Charge installate presso le concessionarie Nissan sul territorio nazionale. Nissan, attraverso tale programma di innovazione “green”, con l’originale Nissan Leaf, definita l’auto della ripartenza, è tra le compagnie che ha pensato ad un sistema green e innovativo: con le nuove funzioni di connettività a portata di smartphone sull’app NissanConnect Services, i clienti possono usufruire di nuovi servizi, come le informazioni sul traffico e sui percorsi, la navigazione door-to-door, il localizzatore di auto, il controllo delle luci e del clacson, l’accensione a distanza del climatizzatore e della ricarica, fino al supporto e assistenza Nissan. La pandemia sanitaria ha riscritto il ruolo dei trasporti pubblici e in attesa di una seria campagna di investimenti per rilanciare il settore, la soluzione alle problematiche sociali, che sappia coniugare innovazione con sostenibilità, non può che provenire dall’ingegno delle compagnie private. Un nuovo modo di pensare e respirare innovazione e mobilità privata.