“Sono tuttora in corso accertamenti da parte del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunita'”. E’ quanto precisa il ministero della Giustizia a proposito delle “notizie pubblicate da alcuni organi di stampa relative al presunto uso fraudolento, all’interno dell’Istituto
penale per minorenni di Airola (BENEVENTO), di dispositivi elettronici messi a disposizione dell’Amministrazione penitenziaria per lo svolgimento di colloqui visivi a distanza”.”Dalle verifiche sin qui compiute – sottolinea il ministero, ricostruendo la vicenda – e’ emerso che lo scorso 16 maggio un’emittente televisiva regionale ha pubblicato alcune foto di tre giovani ristretti nell’istituto nel corso di video-colloqui con i rispettivi familiari. Le foto sono state scattate da questi ultimi, all’insaputa dei ragazzi”. “Risulta destituita di ogni fondamento – aggiunge il ministero della Giustizia – la notizia secondo cui siano stateeffettuate chiamate dei detenuti verso numeri non autorizzati”. Nel comunicato si “ricorda, inoltre, che le misure precauzionali adottate a seguito dell’emergenza epidemiologica consentono lo svolgimento di colloqui visivi a distanza mediante collegamento Skype o WhatsApp. Attualmente non risultano comunicazioni effettuate verso l’esterno tramite chat o social network, dai giovani detenuti”. “Si precisa, infine – conclude il ministero – che la direzione dell’Istituto Penale per Minorenni di Airola ha dato precise disposizioni relativamente all’utilizzo dei dispositivi elettronici, che nel corso della video-chiamata devono rimanere nell’esclusiva disponibilita’ dell’operatore di Polizia Penitenziaria”.