“In Campania, nell’infodemia delle paure del Covid-19 e della Terra dei fuochi, combattuta da svariati anni dal caro amico Prof. Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Filadelfia, in prima linea nella lotta al coronavirus con un team internazionale di scienziati e medici, nonché consigliere del ministro Costa presso l’istituto Sanitario Italiano, veramente non ci facciamo mancare proprio niente nella nostra bella regione.
Adesso assistiamo anche allo scandalo del sequestro dei depuratori nella città di Benevento, dove i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica sono: onquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa, favoreggiamento personale, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione, abuso d’ufficio e falso da parte della Gesesa, un ente misto pubblico/privato appartenente alla famiglia Acea, che in città e in Provincia gestisce l’acqua, reti fognarie e depuratori, insomma un’azienda in espansione in Campania, visto anche l’indebolirsi dell’ATO, l’altro grande gestore Campano dell’acqua, però non privato, ma 100% partecipato dai Comuni. Un’indagine, che se confermata, dovrà portare il Comune di Benevento a dichiararsi parte offesa in questa triste storia, ma siamo tutti certi che la Procura farà luce su tutta questa vicenda, visto anche il grande impegno del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha prontamente sottolineato che lo Stato è al fianco dei nostri territori e dei cittadini perché queste indagini sono importanti, giacchè aiutano a “smantellare un sistema che finora ha fatto da supporto a fenomeni di inquinamento dei corsi d’acqua, della falda acquifera e più in generale delle matrici ambientali”. In tempi non sospetti, con l’associazione Comitato zona Cappuccini, organizzai con l’amico Giovanni Seneca del Comitato Sannita Acqua Bene Comune l’anno scorso la prima avvenuta di Padre Alex Zanotelli in città con tanta partecipazione popolare per parlare appunto di ‘acqua bene comune’. Da lì in poi, sempre l’amico Seneca, iniziò una grande raccolta firme con migliaia di adesioni per un referendum cittadino su modello ”Brescia”, per fare in modo che le quote dell’acqua pubbliche non andassero nella privatizzazione degli enti gestori. Purtroppo, di quel referendum, l’amministrazione Mastella non lo rese operativo e non se ne fece niente, mentre le quote comunali andarono a fortificare il capitale Gesesa. Rispettando la presunzione d’innocenza, garantita dalla Costituzione, e con le indagini ancora in corso, abbiamo deciso insieme ad altri amici di scrivere una PEC al ministro Costa per chiedere il massimo impegno sulla questione depuratori.”