Gli orti sociali di Benevento, avviati su terreni pubblici dell’ASL, con il finanziamento del CESVOB al progetto Buon Orto Fa Buon Sangue, continuano la loro esperienza di orto sociale urbano anche quest’anno e si migliorano grazie al finanziamento del fondo “8xMille della chiesa Valdese”.
Dal 2017 l’Associazione Gramigna, in collaborazione con le associazioni CAAT, Slow Food Benevento, Fratres Torrecuso, Oltre I Confini APS, CIA Benevento ed altre realtà del territorio sta portando avanti questo progetto che ha riscosso molto successo tra i cittadini. Circa 30 orti sono stati messi a disposizione di chi ne hanno fatto richiesta, il tutto a titolo gratuito. C’è chi non ha mai abbandonato il progetto dal suo primo anno di nascita, continuando a curare il suo piccolo appezzamento di terra per coltivare ortaggi e piante, ma anche per vivere dei momenti di socialità. Continuano ad aderire i cittadini man mano che si libera qualche spazio. Al momento, per esempio, sono ancora liberi due orti per chi volesse unirsi a quest’esperienza unica in città.
Il gruppo che porta avanti questa esperienza è eterogeneo: ci sono pensionati, famiglie con bambini, giovani migranti dello Sprar di Benevento e giovani locali; si è creata una piccola comunità che si scambia conoscenze e condivide esperienze. Da quest’anno è prevista la partecipazione anche di un’associazione di ragazzi con disabilità.
La mutualità è la ragion d’essere degli orti urbani.
C’è chi si scambia gli ortaggi oppure offre la propria produzione agli altri quando non riesce a fare il raccolto da sé. I momenti di maggior coinvolgimento e condivisione sono stati ogni anno le serate di raccolta fondi per il rifornimento dell’acqua e quelle durante le quali vengono presentati libri dedicati a tematiche agricole ed alimentari.
Non sono mancati i problemi e le difficoltà. In primis c’è stato sempre l’annoso problema dell’acqua: mancando un pozzo ci si è riforniti attraverso delle cisterne. Quest’anno, grazie al contributo dei Valdesi, questo problema sarà in gran parte superato.
Si riparte con l’intento e la possibilità di garantire ai partecipanti nuovi strumenti per la tenuta e la lavorazione degli orti (anche questi acquistati grazie al contributo dei Valdesi) e di provvedere ad un’area per la socialità, con l’installazione di un gazebo e di panchine e tavoli dove poter trascorrere il tempo insieme in uno spazio verde, cosa che nella città di Benevento è molto difficile fare. Si promuove un orto urbano dove la socialità vuole essere un punto di forza. Altri obiettivi per quest’anno sono, infatti, coinvolgere i giovani migranti che vivono in città e assicurare la partecipazione di un maggior numero di persone a rischio di esclusione sociale e giovani con disabilità. S’intende inoltre continuare nel recupero di semi di coltivazioni autoctone e piante del territorio grazie alla collaborazione con Slow Food Benevento.
Si continua a portare avanti con orgoglio questo progetto perché si ritiene che il cibo sia il mezzo migliore per assicurare il benessere: coltivarlo personalmente assicura la qualità, la freschezza e la genuinità. Coltivare l’orto assicura anche un benessere psicologico. Piantare e vedere crescere i frutti del proprio orto fa riscoprire l’amore per la natura, il rispetto dell’ambiente, ritornando al ritmo della terra e rallentando i ritmi frenetici della nostra società.
Ed infine, vedere che un pezzo di terra al centro della città, viene recuperato e valorizzato da cittadini, è un esempio che si spera possa essere replicato anche altrove in città, soprattutto laddove regna il degrado.