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Mscherine chirurgiche a 50 centesimi nelle farmacie, vicina la svolta

Mscherine chirurgiche a 50 centesimi nelle farmacie, vicina la svolta

8 Maggio 2020 | by Alberto Tranfa
Mscherine chirurgiche a 50 centesimi nelle farmacie, vicina la svolta
Attualità
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Dopo essere scomparse quasi prima di arrivare sugli scaffali – tra boom di ordini, promesse e
complicazioni – le mascherine chirurgiche a 50centesimi potrebbero tornare nelle farmacie entro sabato mattina. Dopo un confronto serrato, risalendo alla filiera di vendita, il Commissario Arcuri ha raggiunto un’intesa con i distributori, che erano rimasti a secco di dispositivi nonostante avessero
garantito nei giorni scorsi di averne gia’ a disposizione 13 milioni. E in attesa che la produzione italiana vada a regime prevedibilmente a giugno, la situazione si e’ sbloccata soltanto dopo l’individuazione di un fornitore nazionale che importa mascherine dall’estero, pronto a procurare in breve tempo 15 milioni di pezzi.
Sbloccato il meccanismo, secondo quanto concordato le MASCHERINE CHIRURGICHE a prezzo calmierato dovrebbero arrivare nelle farmacie nell’arco delle prossime 36 ore. Ma il condizionale e’ d’obbligo. L’accordo tra fornitore e decine di distributori, rappresentati da ‘Federfarma Servizi’ e
Associazione Distributori di Farmaci (Adf), prevede da subito 2 milioni di mascherine, altri 3 nella prossima settimana e 10 in quella seguente (tra il 18 e il 24 maggio) per andare poi a regime con 10 milioni di arrivi ogni settimana nelle farmacie. Ma la trattativa tra privati sotto gli occhi del Commissario – che prevedeva parametri ben stabiliti – e’ stata difficile ed ha avuto diverse questioni sul tavolo. Prima fra tutte il prezzo, cosi’ stabilito: il fornitore in Italia che le importa dall’estero le vendera’ a 38 centesimi ai distributori, che guadagneranno due centesimi approvvigionando i farmacisti, i quali avranno i dispositivi a 40 centesimi. Per questi ultimi il ricavo sara’ di 10 centesimi, visto che la vendita al pubblico
resta di 50 cent piu’ iva. Dunque, al consumatore finale tocchera’ pagare ogni mascherina quanto previsto: 61 centesimi.

“Riterremo operativo l’accordo tra il Commissario Arcuri e i distributori solo quando avremo i dispositivi”, commenta il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, che precisa: “se qualcuno dice che la categoria dei farmacisti tiene nascoste le MASCHERINE CHIRURGICHE in stock rifiutandosi di venderle a prezzo calmierato, dice il falso”. Messo al sicuro (forse) il mese di maggio, la speranza e’ che le aziende produttrici nostrane appena riconvertite possano mettersi in pista entro giugno con le ‘Made in Italy’. Nel frattempo non tutte le commesse vanno in porto. “Su 52 contratti per la fornitura di 354 milioni di mascherine, il Dipartimento della Protezione Civile ne ha annullati 13 per un totale di 37
milioni di dispositivi”, spiega il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Dei 52 contratti – per un valore complessivo di oltre 354 milioni, 22 sono stati trasferiti al Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, per i quali risultano prestazioni ancora da esigere. Anche i controlli restano rigorosi: sono solo 96 i dispositivi di protezione individuale validati fino al 4 maggio su un totale di 2.458 pratiche processate, fa sapere l’Inail sottolineando che si tratta del 4% del totale. Nella maggioranza dei casi le richieste riguardano prodotti che, sulla base della documentazione presentata, non risultano conformi ai requisiti di qualita’ e sicurezza per la protezione di lavoratori e operatori sanitari. Tra queste anche le domande presentate dalla Only Italia Logistics Scarl, la societa’ finita sotto indagine delle Procure e di cui l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, e’ amministratore delegato.

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