Abbruciamento dei residui vegetali, l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Avellino chiede chiarimenti al Comune in merito all’ordinanza 161 del 21 aprile 2020 inerente la proroga del divieto totale di abbruciamento dei vegetali, loro residui e altri materiali connessi all’attività agricola fino al 31 maggio 2020.
L’abbruciamento dei residui vegetali è una pratica agricola ordinaria, importante per la pulitura dei terreni, per la loro concimazione e per il controllo delle fitopatie.
Gli Agronomi irpini, diretti dal presidente Ciro Picariello, chiedono la modifica dell’ordinanza prevedendo la possibilità di abbruciamento dei vegetali almeno due volte alla settimana.
Le polveri sottili rilevate nell’aria non sono da ricercare nella combustione dei vegetali, bensì in altre fonti emissive quali i riscaldamento negli edifici in particolare da stufe, camini e pellet.
Di seguito la nota inviata al sindaco di Avellino Gianluca Festa e all’Assessore delle Politiche Ambientali ed Energetiche e Verde Pubblico Giuseppe Negrone.
“L’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino, ha ricevuto da diversi mesi tramite la segnalazione dei suoi iscritti, la necessità da parte delle aziende agricole del comune capoluogo e dei singoli cittadini proprietari di fondi agricoli di poter svolgere la pratica agronomica dell’abbruciamento dei residui della potatura delle colture arboree da reddito, in particolar modo del nocciolo, coltivazione tipica dell’areale avellinese. Nello specifico la tecnica dell’abbruciamento dei residui di potatura grossolani, che non possono essere trinciati, risulta ancora oggi l’unica alternativa valida ed economicamente sostenibile all’eliminazione di tali residui, oltre che tecnica agronomica per il contenimento di molti insetti scolitidi e xilofagi che possono colpire il legno della pianta. Con tale tecnica, che prevede la disposizione del materiale di potatura in fascine a bordo campo, infatti si può avere il naturale contenimento degli insetti dannosi, escludendo l’impiego di prodotti fitosanitari più impattanti sull’ambiente e spesso non risolutivi del controllo dei parassiti.
L’Ordine dei Dottori Agronomi ha finora divulgato le diverse ordinanze messe in atto dal comune, in risposta alle richieste pervenute chiedendo di pazientare e attendere il ripristino della ordinanza comunale n. 508 del 14/10/2019 che disciplina l’abbruciamento. Oggi però questa ulteriore Proroga del divieto di abbruciamento, rischia di comportare notevoli difficoltà al normale svolgimento dell’attività agricola. Infatti i residui di potatura lasciati a bordo campo dallo scorso febbraio, in attesa di essere bruciati al termine delle ordinanze che si sono susseguite, iniziano ad essere coperti da vegetazione spontanea e rendono complicate le operazioni di trinciatura e delle altre pratiche agricole. Inoltre se non si provvederà all’abbruciamento non si avrà il contenimento naturale degli insetti dannosi, e peggio ancora nel periodo estivo, con l’innalzarsi delle temperature del naturale essiccamento dell’erba, potrebbero fungere da veri e propri inneschi incendiari, con conseguenze molto gravi per la salute e l’incolumità pubblica, della fauna e della flora circostante.
L’ODAF di Avellino, nella persona del Presidente pro tempore Ciro Picariello
Viste
Ordinanza n. 508 del 14/10/2019 del Comune di Avellino;
Ordinanza n. 36 del 01/02/2020 del Comune di Avellino;
Ordinanza n. 78 del 05/03/2020 del Comune di Avellino ;
Ordinanza n. 161 del 21/04/2020 del Comune di Avellino .
Rilevato
Che dal 01/10/2019 è cessato lo stato di grave pericolosità per gli incendi per tutte le aree boscate, cespugliate, arborate e a pascolo dell’intero territorio della Regione Campania, come da Decreto della Regione Campania n.51 del 13/06/2019;
Che a seguito delle diverse ordinanze comunali sopra riportate, l’abbruciamento non è stato di fatto operato;
Che a seguito dei diversi DPCM emanati dal Governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19, di fatto si è avuto un’ulteriore sospensione delle attività ritenute altamente inquinanti quali: le polveri sottili dovute al traffico veicolare, le polveri sottili legate agli insediamenti industriali, le polveri sottili dovute alla combustione delle biomasse delle attività ristorative e di panificazione,
Assunto
Che alla luce di tutti i blocchi fin qui operati, ivi compreso quello dell’abbruciamento, il problema legato al PM 10 e al PM 2,5, non è purtroppo diminuito, e che quindi non è da ricercare nella combustione dei residui vegetali, ma bensì molto probabilmente nelle fonti emissive per il riscaldamento degli edifici in particolar modo delle stufe e dei camini a pellet, o altre fonti da individuare
CHIEDE
Di poter modificare almeno parzialmente l’ordinanza in oggetto, prevedendo la possibilità di almeno un giorno settimanale per l’abbruciamento dei residui vegetali e di potatura.”