Festeggiamo oggi il 75° anniversario della Liberazione dell’Italia dalla tirannide e la fine della guerra. Guerra contro lo straniero e guerra civile! Un anniversario molto diverso dagli altri, quello di oggi. Sicuramente quello che coincide col momento più drammatico per la nostra Patria. Molti stanno paragonando questo 25 aprile a quello del 1945. Ritengo che ciò non sia del tutto giusto. Allora i lutti e le macerie furono la conseguenza di azioni umane; oggi tutti noi lottiamo contro un nemico invisibile e subdolo e per questo ancora più insidioso. Tuttavia, un aspetto simile c’è e deve esserci: la nostra capacità di resistere e reagire. Come allora dobbiamo trovare in noi stessi la forza per rialzarci. I lutti sono stati e sono ancora tantissimi e quando saranno alle nostre spalle completamente i problemi sociali non saranno meno drammatici. Avremo innanzi un’Italia provata duramente, infiacchita ed impoverita come mai avremmo creduto di vederla. Il nostro “dopo” sarà peggio e sicuramente più complicato del passato dopoguerra. Ancora una volta come Italiani saremo chiamati ad un “Risorgimento”. In varie misure e modalità avremo la solidarietà di altri; stiamo già avendo quella dell’Europa anche se non la reputiamo sufficiente, ma è chiaro che dovremo essere sopratutto noi stessi capaci di fare lo sforzo maggiore. Sono sicuro che ce la faremo: lo dobbiamo ai nostri Figli, ai quali non possiamo lasciare solo macerie e lo dobbiamo ai nostri Padri che sacrificarono anche la vita per permetterci di vivere in un’Italia migliore. È questa la più forte e più vera similitudine col passato: la capacità del riscatto. E il modo migliore per celebrare il 25 aprile è la promessa che faremo come i nostri Padri o addirittura meglio!