Non solo paura, panico, senso di incertezza per il futuro, ma anche una profonda stanchezza fisica e mentale: questi gli effetti della quarantena che si sta vivendo. Chiusi in casa da quasi due mesi vivendo un quotidiano sedentario che ci ha fatto sentire inutili, annoiati, privi di iniziativa, a volte anche depressi. La cosa che accomuna un po’ tutti è la stanchezza che si manifesta pur non facendo nulla. La stanchezza psicofisica è la risposta del nostro organismo ad un sovraccarico mentale dettato da questo isolamento non voluto, ma non possiamo restare inermi e sprofondare nell’angoscia, cosa che accade spesso e che è del tutto naturale viste le circostanze, quindi è necessario reagire. Per cominciare, gli esperti consigliano di pianificare le nostre giornate, con una serie di attività, che possono andare dal riordino della casa, all’attività fisica, al lavoro se possiamo farlo a distanza. Se nella prima fase della quarantena ci siamo catapultati nelle video chat di gruppo, ora il fenomeno sembra diminuire, forse perché siamo annoiati anche da questo sistema di comunicazione che non ci basta più, ma sentire le persone care può sempre aiutare a sconfiggere la malinconia, in attesa che tutto torni alla normalità, allora troviamo il tempo per fare una telefonata ad un amico o ad un familiare lontano,raccontiamoci,parliamo,confrontiamoci.
L’arma vincente poi per combattere l’ansia ,resta l’attività fisica, che possiamo praticare in casa coinvolgendo anche i bambini, l’ideale è l’esercizio a corpo libero, ma esistono anche delle app scaricabili gratuitamente che forniscono tutorial con personal trainer per poter ballare e divertirsi con la musica. Reagire non è facile, e le battute d’arresto sono sempre dietro l’angolo, ma dobbiamo ricordarci che si tratta di reazioni normali che accadono a tutti. L’importante è però non sottovalutare alcuni segnali che in alcuni casi evidenziano problemi più importanti e livelli depressivi che necessitano di più attenzione, è il caso quindi di accettare il problema, e di rivolgersi ad un esperto per farsi aiutare, dal medico di famiglia, agli psicologi messi a disposizione gratuitamente dai Comuni.Poi armiamoci di buona volontà,e guardiamo avanti, perché tra un po’ usciremo da tutto questo,sicuramente provati, ma consapevoli della nostra forza.