breaking news

Vaccino anti-Covid: da fine aprile test su 550 volontari

Vaccino anti-Covid: da fine aprile test su 550 volontari

13 Aprile 2020 | by Alberto Tranfa
Vaccino anti-Covid: da fine aprile test su 550 volontari
Attualità
0

”A fine aprile , in virtù dei dati acquisiti nelle ultime settimane, il primo lotto del VACCINO messo a punto dalla partnership Advent-Irbm/Jenner
Institute/Oxford University partirà dall’Italia per l’Inghilterra dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani. Si prevede di  rendere utilizzabile il VACCINO già a settembre per immunizzare
personale ospedaliero e forze dell’Ordine in modalità di uso  compassionevole, dapprima nel Regno Unito e poi, se il governo italiano lo riterrà opportuno, anche nel nostro Paese”. Lo rivela
all’Adnkronos Salute Matteo Liguori, managing director di Irbm SpA,  società con sede a Pomezia che sta collaborando, attraverso la sua divisione vaccini Advent Srl, con lo Jenner Institute dell’Università  di Oxford (Regno Unito) per la produzione di un siero dal nome  provvisorio ‘ChAdOx1 nCoV-19’. ‘E’ in fase finale – precisa – la trattativa per un finanziamento di rilevante entità con un pool di investitori internazionali e vari
governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la  produzione industriale del VACCINO. Parlando a una pubblicazione nel  Regno Unito Sarah Gilbert, professore di vaccinologia  all’Università di Oxford sotto la cui responsabilità sono in corso i lavori sul  VACCINO, ha confermato che avvierà gli studi sull’uomo entro due settimane. I ricercatori hanno dichiarato di aver iniziato a vagliare  volontari sani (di età compresa tra 18 e 55 anni) da venerdì, per lo  studio che avverrà nella regione inglese della valle del Tamigi.  Secondo l’esperta c’è l’80% delle possibilità che il VACCINO
funzioni”, evidenzia Liguori. Dei molti progetti in corso all’estero e anche in Italia per trovare uno ‘scudo’ contro il nuovo coronavirus, spiega  ancora Liguori, “il nostro ha tre caratteristiche che lo differenziano: prima di tutto, è un progetto interamente finanziato e  non, al contrario di altri, in cerca di fondi per partire. Secondo, ci avvaliamo di una piattaforma tecnologica già approvata e provata per  altri vaccini. Terzo, abbiamo creato con Oxford un partenariato non  certo improvvisato per lo studio di vaccini: i nostri partner hanno  una grandissima esperienza nel campo dei coronavirus. Abbiamo  affrontato delle difficoltà per l’aumento della diffusione  dell’epidemia a livello europeo, ma è fortissimo da parte di tutti il  desiderio di accelerare l’avanzamento del progetto in ogni modo. I nostri collaboratori lavorano anche di sabato e domenica, senza sosta: avevamo detto che i test sull’uomo sarebbero iniziati a settembre,
mentre tutto si sta muovendo molto più velocemente”. ”Specialmente in Inghilterra – continua il manager – l’epidemia sta  muovendosi a ritmi sostenuti e una volta che si appurerà che il
VACCINO non è tossico e non mette a rischio la salute delle persone  dal punto di vista degli effetti collaterali, c’è la possibilità che  si utilizzi per chi è in prima linea, come medici e forze dell’Ordine.
Noi invieremo le fiale che produciamo a Pomezia a fine mese, poi ci  saranno i test di fase I-II e se tutto andrà bene l’uso  compassionevole inizierà a settembre. Anche l’Italia come nazione potrà renderlo possibile, occorre però che subentri una discussione  istituzionale per far sì che possa esserci questo interesse da parte del governo. Se lo si può fare in Inghilterra, lo si può fare anche qui, serve solo il coinvolgimento istituzionale e regolatorio che si  devono allineare per renderlo possibile”. Il VACCINO è costruito utilizzando una versione non ‘pericolosa’ di un adenovirus: un virus che può causare una comunemalattia simile al raffreddore. L’adenovirus è stato modificato in  modo da non riprodursi nel nostro organismo e inserendo all’interno del genoma adenovirale il codice genetico necessario alla produzione  della proteina ‘Spike’ del coronavirus, in modo da permettere all’adenovirus l’espressione di questa proteina in seguito alla somministrazione del VACCINO. Ciò comporta la produzione di anticorpi contro la proteina ‘Spike’ che si trova sulla superficie dei coronavirus. Negli individui vaccinati, gli anticorpi prodotti contro
la proteina ‘Spike’, possono legarsi al coronavirus che è entrato nell’organismo umano ed impedirgli di causare un’infezione.”Abbiamo una lunga storia di collaborazione con lo Jenner Institute – precisa il managing director di Irbm – su diversi progetti. Loro stanno lavorando da tempo sui coronavirus in generale, con un progettoche hanno portato ora in fase I contro la Mers. Advent ha invece una
speciale expertise sull’adenovirus, che è un vettore virale. Abbiamo unito queste due forze per dare una sensibile accelerazione nel cercare di ottenere il prima possibile un VACCINO. Lo Jenner Institute
a breve ci farà arrivare il materiale virale per lo sviluppo nei nostri laboratori, che metteremo poi in produzione e che nell’arco di prima dell’estate auspichiamo di trasferire a loro per le fasi successive di sperimentazione”. (ADNKRONOS)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *