Una giovane donna che sviluppa insufficienza renale avanzata ha una ridotta probabilità di rimanere incinta e se ci riesce, la gravidanza diventa pericolosa sia per la madre che per il bambino. Questo è quello che è riportato in letteratura; ma qualche volta le cose non vanno così.
A.G. di Pietralcina (BN), già madre di un maschietto e di una femminuccia, quando ha realizzato di essere di nuovo in dolce attesa, ha deciso di proseguire la gravidanza, nonostante che fosse già in insufficienza renale cronica avanzata, consapevole dei rischi a cui andava incontro. Su sua specifica richiesta ha chiesto di essere seguita dalla nostra Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi della Università Vanvitelli. Per un rapido peggioramento della sua funzione renale nel novembre del 2019 siamo stati costretti ad iniziare il trattamento dialitico. Abbiamo fatto con lei un programma dettagliato e deciso di sottoporla ad un trattamento dialitico intensivo perché è stato dimostrato che questo approccio comporta una maggiore probabilità di portare a termine la gravidanza.
Per evitarle di venire a Napoli tutti i giorni, abbiamo chiesto ed ottenuto la collaborazione di un centro emodialitico accreditato di Benevento, diretto dalla dott.ssa Loredana Mancini.
In tutti questi mesi l’abbiamo assistita con tutta la professionalità di cui siamo capaci e l’amore che abbiamo in corpo.
Quando è scoppiata la pandemia del Covid-19 abbiamo raddoppiato gli sforzi ed usato ogni cautela possibile: stanza singola, sempre la stessa infermiera a dializzarla e tante preghiere al suo famoso concittadino di Pietralcina. Tutto questo l’ha preservata da altre patologie, incluso l’antipatico Coronavirus. E’ diventata per noi la nostra paziente numero UNO.
Finalmente, mercoledì 8 aprile, alle 11.30, alla fine della 34° settimana di gravidanza, A.G. ha dato alla luce il piccolo maschietto, di 2,010 kg , presso la clinica ginecologica del Policlinico Nuovo, nel reparto gravidanze a rischio diretto dal prof. Zullo, assistita dalla ginecologa Laura Sarno del gruppo di M. Guida e G. Bifulco. Il piccolo è stato trasferito nel nido, ma non ha bisogno di terapia intensiva. La mamma, contenta come non mai, continua ad essere in dialisi. Tutto il nostro personale a cominciare dagli infermieri, specializzandi e medici, coordinati dal prof. Francesco Trepiccione, sono commossi, stanchi ma felici.
Oggi un raggio di sole ha squarciato le nubi, perché la nascita di un bambino da una paziente dializzata di per sé non è un evento frequente, diventa straordinario in questi tempi di grande incertezza per il nostro futuro. Per noi oggi, come ha detto Papa Francesco “la speranza non è più una illusione”.
scritto dal Prof. Giovambattista Capasso (Direttore UOC di Nefrologia e Dialisi dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli).