Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della FP CGIL BN:
“E’ di ieri sera la notizia di un accordo, su base regionale, tra le istituzioni sanitarie e la sigla degli imprenditori della sanità privata. L’ accordo prevede la disponibilità delle cliniche private, ad oggi prossime alle procedure relative alla richiesta di ammortizzatori sociali, alla loro continuità e presa in carico, in quota parte, sia dei pazienti Covid che degli altri casi di assistenza chirurgica e, in parte anche specialistica, ad oggi erogata solo dagli ospedali pubblici. Accogliamo questa novità con soddisfazione, da un lato, ma anche con preoccupazione e sdegno, dall’ altro. La soddisfazione ci è data dal fatto che tutte quelle professionalità che erano prossime alla cassa integrazione (medici, infermieri, tecnici, ausiliari e amministrativi), non solo rimangono in sella sul loro posto di lavoro, e già questa, di per sé è una buona cosa considerati i tempi, ma, soprattutto, prestano alla cittadinanza e ai servizi pubblici un fianco importantissimo per la lotta all’ epidemia e al contenimento dei suoi dannosi effetti, impiegando utilmente tutta la loro professionalità e le capacità delle strutture dove essi opereranno, anziché rimanere a casa ad assistere passivamente agli episodi di cronaca che stanno riempendo anche le prime pagine dell’ informazione sannita. Al contempo, però, siamo preoccupati poiché, va bene la nostra disponibilità, e va bene persino farlo mettendo a rischio gli orari, le turnazioni, gli sforzi e il burn out che accompagnano da sempre le nostre giornate in prima fila, ma su una cosa non passeremo: la nostra sicurezza! Lo sdegno, infatti, ci è dato dal fatto che questo accordo sia stato sottoscritto solo da due delle tre parti in gioco: non si possono fare i conti senza l’ oste, cioè i Lavoratori e il Sindacato, perché lo sa ormai l’ intera Nazione che il nostro futuro e il coraggio per affrontare questo presente, non fuoriesce in maniera asettica dei freddi uffici amministrativi di chissà quale palazzo della Regione, né tantomeno, dalle preziose automobili con cui gli imprenditori girano in compagnia della loro 24ore. Se questa Nazione sopravviverà a questa emergenza, e alla crisi che ne deriverà, sarà per merito dei LAVORATORI, di coloro che saranno rimasti in trincea, così come di coloro che, stringendo la cinghia, tireranno avanti per mantenere i fragili equilibri familiari per garantire il pane a tavola in mezzo a mille difficoltà. Noi vogliamo lavorare, certo, ma abbiamo bisogno dei Dispositivi di Protezione Individuale opportuni e necessari, a partire dalle mascherine FFP/3, tute EN14126 per proteggere gli operatori dagli agenti infettivi, occhiali para schizzi, visiera facciale e guanti a norma CE, nonché istruzioni sulle corrette procedure di vestimento e svestimento, ed è utile ricordare anche, che l’ accordo di cui sopra, prevede esplicitamente ingenti risorse per reperire tali dispositivi. Per cui, ci preme indirizzare tale richiesta in primis alla Direzione dell’ Ospedale Fatebenefratelli, che crede di aver risolto il problema della sicurezza distribuendo improbabili mascherine artigianali in stoffa da lavare (a casa nostra!) e riutilizzare e, successivamente, a tutte le altre cliniche che hanno dato la loro disponibilità alla gestione dell’ emergenza. La nostra sicurezza è la sicurezza degli utenti, se con la salute non si scherza, non scherziamo con i dispositivi da cui quella sicurezza dipende, in questo caso non consentiremo risparmi di nessun genere, su questo saremo vigili e inflessibili.”