Nel caos calmo dell’emergenza sanitaria, la vicenda dell’inizio dei lavori per l’abbattimento del palazzo dove un tempo era l’Inps. Una manovra assai ardita che nei giorni della scorsa settimana, nel silenzio generale di una città deserta, fece risuonare il solo rombare delle ruspe, cosa che è sembrata del tutto inopportuna. Eppure lo smantellamento ha avuto inizio facendo anche leva sul fatto che, in quel momento, l’attività dei cantieri edili non era compresa nei provvedimenti di restrizione imposti dal Governo, nonostante l’Ance avesse manifestato tutta la propria avversione a quella impostazione. Da Palazzo Mosti si intende il progetto del Bando periferie come la “grundnorm” della sua attuale gestione politica a guida Mastella e lungi da chiunque il pensiero che si sia voluto approfittare di questo momento di stasi per iniziare a liberare l’area dall’ingombrante struttura bianca. Mastella stesso, dopo qualche ora, ha ritenuto opportuno bloccare i lavori e far rientrare le ruspe nei box avendo capito che non sarebbe stato sensato e neppure saggio proseguire. Tutto ciò è accaduto venerdi scorso, anche se qualcuno dotato di buon udito abbia sentito i rumori continuare almeno fino a metà giornata di sabato. Fatto sta che ora tutto è fermo, epperò ci sono i primi detriti all’interno del cantiere. Oggi l’Architetto Iadicicco, che è ancora al suo posto di dirigente del settore Urbanistica nonostante si sia dimesso, “in applicazione dell’ordinanza n. 19 del 20 marzo scorso del presidente della Giunta Regionale della Campania, ha disposto la immediata messa in sicurezza del cantiere di via Calandra da parte dell’impresa che sta eseguendo i lavori “al fine di limitare la dispersione di polveri, liberando lo stesso da detriti e macerie e procedendo alle sole demolizioni di quelle parti risultanti in pericolo di crollo entro e non oltre il giorno 28 marzo 2020”.