Riceviamo e pubbichiamo nota stampa di Altrabenevento:
“Il presidente dell’Ordine dei Medici di Benevento ha protestato per le condizioni di lavoro dei sanitari impegnati per l’emergenza coronavirus, segnalando che secondo lo studio della Fondazione GIMBE in Italia l’otto percento dei positivi sono medici, infermieri e addetti a soccorsi, cioè il doppio della percentuale riscontrata in Cina. Il dato è molto significativo ed indica che in Italia i problemi organizzativi del sistema sanitario hanno aggravato il contagio.Nella vicina provincia di Avellino i positivi ai tamponi sono 99, oltre la metà di Ariano Irpino, e si contano almeno 15 sanitari contagiati, quindi quasi il doppio della percentuale nazionale. Sulla emergenza sanitaria in Irpinia intervengono amministratori, parlamentari (da Forza Italia al M5S) e lo stesso presidente della Regione, De Luca, per polemizzare con se stesso per le carenze e i ritardi dei soccorsi. Nel Sannio i contagiati sono nove e tre di essi sono sanitari (uno defunto) in servizio a Benevento per contrastare il coronavirus.
Cosa è successo nell’Ospedale San Pio dopo il ricovero dei primi casi da Ariano Irpino? Perché sono stati fatti 126 tamponi a medici, infermieri, ausiliari ed ammalati che in quel momento erano presenti in alcuni reparti ma per la gran parte di essi, dopo 12 giorni, ancora non vengono comunicati i risultati? Dopo la chiusura del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Ariano Irpino, contaminato da coronavirus, sono stati messi in quarantena obbligatoria ventitre sanitari, pochissimi invece nell’Ospedale di Benevento nonostante risultano contagiati due medici e un ausiliario del Pronto soccorso ed altri due infermieri sono ricoverati in attesa dei risultati dei test. La ASL di Benevento ha disposto la quarantena obbligatoria di alcuni familiari di contagiati da covid19 o anche di “sospettati di contagio”, ma perché non ha adottato lo stesso criterio per gli operatori del 118 che effettuano soccorsi non sempre con adeguati sistemi protettivi?
Domande che continuano a rimanere senza risposte. Non rispondono, neppure alle sollecitazioni di alcuni giornalisti, i direttori generali dell’Ospedale San Pio e della ASL, e rimangono in silenzio anche gli amministratori locali, i parlamentari, i politici (tranne il segretario di Fratelli D’Italia). Il sindaco Mastella, autorità sanitaria locale, perché non chiede spiegazioni su questi misteri? Perché non pretende di sapere come mai proprio l’Ospedale San Pio rischia di diventare un focolaio di contagio? “