Cronache del 16esimo giorno dal Coronavirus
Una nazione sotto assedio, così come altre zone del pianeta, sembra un film di fantascienza, ma non lo è. Allarmismi a parte è la realtà che documenta le cose, che racconta di una situazione al confine con il surreale, quella del Covid-19, un nome in codice che sembra quello di una nuova costellazione. Per l’Italia tutto comincia giovedi 20 febbraio, quando si dirama il bollettino di un primo contagio, un uomo che attualmente versa in condizioni di salute importanti, ricoverato in un ospedale della Lombardia, sede di un focolaio del Coronavirus.Da quel momento al di la della scaramanzia e della ragione, non siamo più gli stessi. La paura del contagio oltre ogni gioco di parole contagia le persone proiettandole in una dimensione di stress e ansia non sempre giustificate.La scienza c’è, la ricerca da subito si è attivata per dare le risposte immunologiche e per sedare non solo la malattia ma anche gli stati d’animo.Il nuovo Coronavirus non si conosce ancora bene, allo stato attuale i ricercatori non dispongono ancora di un vaccino ma ci si sta lavorando con i tempi dovuti.I farmaci per curare chi si è ammalato valgono per le complicanze e le patologie al Virus correlate,ma ciò che fa la differenza in questo momento è l’autoprotezione, quindi le sempre valide norme igieniche, l’isolamento e la distanza da rispettare da un individuo all’altro. Le norme di sicurezza adottate a livello nazionale fanno discutere, non sempre sono state bene accolte dalle persone: lo stop ai baci e abbracci e l’abolizione delle strette di mano, hanno fatto accapponare la pelle ai più, scatenando polemiche da bar, che altro non fanno che distogliere l’attenzione dal problema reale: una emergenza da contenere e una epidemia da evitare.Nel Sannio la situazione è sotto controllo, le strutture sanitarie funzionano e ad oggi si parla solo di due casi accertati. Misure drastiche sono state adottate su ogni fronte:le scuole restano chiuse e le lezioni si tengono on line, gli ospedali chiudono gli ambulatori di routine, per favorire esclusivamente chemioterapia,radioterapia e dialisi. Si ferma in parte la città, con i tribunali che sospendono le udienze e i locali che frenano la movida.Questo Coronavirus sembra condannarci ad una esistenza seppure momentanea, che riflette il nostro tempo,dove i social sono il surrogato delle relazioni, oggi siamo chiamati tutti d’ordinanza a “frequentarci” on line. Respiriamo, per ora tutto bene.