Si è tenuto il giorno 11 febbraio l’ incontro sindacale con l’ Amministrazione Centrale e Locale dell’ Ospedale Fatebenefratelli di Benevento, un incontro fortemente voluto in particolare dalla FP CGIL, considerata la mole di temi da trattare (ben 11 erano gli ordini del giorno richiesti dal Sindacato di Via Leonardo Bianchi). Ebbene, tale incontro ha sortito solo tanto vapore! Non è possibile attendere sempre così tanto tempo per cercare di smuovere qualcosa al fine di risolvere, se non tutti, almeno qualcuno dei gravi problemi che incombono sulla testa di ogni operatore che presta servizio in Ospedale, per poi uscire con un nulla di fatto, dal momento che la Dirigenza, anziché ascoltare le istanze, risponde a prescindere che è tutto nella norma e va tutto sempre molto bene, spesso ottenendo anche il placet di qualche altra sigla sindacale. Tra i tanti temi cogenti, oltre gli arretrati contrattuali, le indennità, i passaggi di fascia ecce ccc, spicca però per estrema importanza il tema atavico dei carichi di lavoro, che coinvolgono non solo gli operatori dell’ urgenza, che rimangono in 13 unità su turnazione, ma anche le equìpe di sala operatoria, quotidianamente costrette a sforare l’ orario di lavoro pomeridiano, in seguito alla costante calendarizzazione pomeridiana degli interventi più lunghi e complessi in sala operatoria , che lascia maggiore spazio agli interventi più corti da fissare al mattino, in modo da aumentarne il numero ed ottenere, in tal modo, maggiori fondi previsti dall’ extrabudget regionale. Altro tema caldo quello della sostituzione del personale ausiliario dipendente e accreditato, con quello esternalizzato, la cui limitazione delle funzioni costringe gli infermieri a compiere ulteriori mansioni (igiene della persona), nonostante il già noto sovraccarico di lavoro che colpisce tali figure. A margine di tale incontro improduttivo e vuoto, in cui tali temi hanno dovuto lasciare spazio a temi di gran lunga secondari, abbiamo ritenuto come FP CGIL di stilare una nota a margine in cui abbiamo denunciato il “nulla di fatto” e richiesto un nuovo incontro per affrontare i temi realmente cari ai lavoratori.