Il Tar sospende il maxi-concorso della Regione Campania: per i giudici e’ stato violato
l’anonimato. Con sentenza e’ stata sospesa la procedura per l’assunzione di 950 unita’ a tempo indeterminato per la categoria D. Il concorso e’ sospeso fino al 6 ottobre quando ci sara’ l’udienza pubblica. Diversi candidati esclusi, assistiti dallo Studio legale Leone Fell & C., avevano fatto ricorso per
contestare le modalita’ operative con cui Formez e Commissione Ripam hanno gestito la selezione.
I ricorrenti hanno contestato il mancato anonimato. Cosi’ i giudici amministrativi, con ordinanza
numero 218 di oggi, hanno stabilito che “sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare”. Gli esclusi hanno contestato il mancato rispetto del principio dell’anonimato delle prove. Quell’anonimato, dicono, che risponde all’esigenza di salvaguardare la segretezza degli autori delle prove scritte fino a quando la correzione non sia stata ultimata. Si tratta di “garanzie procedurali che
consentono la parita’ di trattamento tra i candidati e la valutazione obiettiva dei loro elaborati”. Nello specifico, i candidati, in conformita’ alle indicazioni contenute nelle istruzioni per lo svolgimento della prova preselettiva, hanno apposto sul foglio ‘risposte a lettura ottica’ e sul ‘cartoncino anagrafico’ due talloncini identici, contenenti lo stesso codice a barre e, immediatamente al di sotto, identico il codice numero di sei cifre. I fogli relativi alle risposte e i cartoncini contenenti i dati anagrafici, pero’, rilevano dallo Studio legale, non sono stati chiusi in busta sigillata e priva di generalita’ all’ esterno dai candidati. Di conseguenza, il codice numerico, facilmente memorizzabile e identificabile, ha finito per svolgere – evidenziano gli avvocati – almeno potenzialmente, funzione di segno di riconoscimento, essendo riconducibile immediatamente all’identita’ dell’autore dell’elaborato, ed essendo possibili alterazioni o manipolazioni della prova. Il Tar ha rilevato inoltre che nonostante l’utilizzazione di sistemi ottici di correzione, idonei ad assicurare massima rapidita’ delle operazioni di valutazione, la fase di correzione
delle prove preselettive si e’ immotivatamente protratta per tre mesi.
Lo stesso studio legale ha proposto ricorso anche per la selezione parallela, per l’assunzione di 1.225 unita’ di personale a tempo indeterminato presso diversi enti della Regione CAMPANIA.
Questa volta la selezione e’ stata riservata ai candidati in possesso del solo diploma. Per il concorso e’ stata fissata l’udienza cautelare per il prossimo 25 febbraio. “Anche per il concorso per 1.225 unita’ – ha detto Francesco Leone – abbiamo denunciato la violazione dell’anonimato e, pertanto, immaginiamo che anche quella procedura sara’ sospesa dal Tar CAMPANIA nei prossimi giorni”. “La violazione dell’anonimato – ha evidenziato Ciro Catalano – e’ avvenuta per tutti i concorsi gestiti dal Formez e dalla
Commissione interministeriale Ripam”.
Non e’ un fulmine a ciel sereno, l’avevamo denunciato in tempi non sospetti chiedendo giustamente di fermare, in autotutela, il concorsone. Adesso De Luca sospenda le prove per tutti i profili e si ricominci
daccapo”. Lo ha affermato il capogruppo regionale campano di Forza Italia Armando Cesaro commentando la sentenza del Tar CAMPANIA n. 00218/2020 che accoglie il ricorso al concorso
Ripam CAMPANIA presentato da diversi candidati per il profilo D. Cesaro ha aggiunto: “Non e’ un caso che i rilievi dei magistrati amministrativi coincidano proprio con quelli messi nero su bianco nelle nostre interrogazioni, nelle nostre denunce stampa. Adesso non resta che sospendere l’intera procedura anche per la categoria C: sarebbe infatti da irresponsabili ostinarsi ad andare avanti visto che le stesse criticita’ oggi ritenute fondate dal Tar per la categoria D sono le stesse che hanno caratterizzato tutte le procedure. Il governo regionale lo deve agli oltre 100 mila candidati esclusi e penalizzati da criteri e procedimenti inadeguati messi in piedi da un ente di formazione, il Formez, in evidente malafede visto che, oltre a tacere sui ricorsi in itinere, non si e’ neppure degnato di rispondere per tempo, secondo legge, ad una nostra precisa richiesta di accesso agli atti”. Quindi la conclusione: “De Luca gli imputi dunque tutti i danni e le sanzioni del caso, viceversa saranno i funzionari regionali a doverne rispondere, questa volta davanti alla Corte dei Conti