Entra nel vivo la “vertenza fisco” che ha visto oggi assemblee contemporanee a Benevento come in tutta Italia, le quali hanno bloccato gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate e paralizzato la macchina fiscale a seguito dello stato di agitazione proclamato da UIL PA, Fp Cgil, Cisl Fp, Confsal, e Flp.
I lavoratori dell’Agenzie delle Entrate rompono gli indugi e reclamano un fisco giusto, il loro diritto a fornire servizi adeguati ai cittadini e recuperare davvero l’evasione fiscale. Una mobilitazione per sensibilizzare la cittadinanza su una situazione che è ormai diventata drammatica. I lavoratori del fisco stanno operando con una carenza di personale che non permette ormai nemmeno più di coprire i servizi essenziali, figuriamoci fare la lotta all’evasione fiscale. Inoltre, non percepiscono da oltre due anni il salario di produttività, nonostante tutti gli obiettivi fissati dalle convenzioni con il Ministero dell’Economia siano stati puntualmente raggiunti. A tutto questo si aggiunge il taglio continuo dei fondi per i lavoratori, un’organizzazione obsoleta e la paralisi dovuta all’assenza di un interlocutore, in quanto la politica non è stata capace di nominare né il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate (nomina di competenza del governo), né i comitati di gestione, la cui nomina spetta invece al solo Ministro dell’Economia.
“Siamo punto e a capo – ha dichiarato il Coordinatore Provinciale UILPA di settore Leucio Zollo – dopo il grido di allarme lanciato lo scorso anno dai lavoratori dell’Agenzia delle
Entrate con lo sciopero partecipatissimo di aprile, siamo di nuovo all’impasse. Sinora abbiamo atteso con molto senso di responsabilità perché il Governo aveva promesso soluzioni ai problemi da noi posti con il Decreto Fiscale e la successiva Legge di Bilancio. Dopo il 10 dicembre, data fissata per un incontro con il Viceministro Misiani e successivamente dallo stesso cancellata, il Governo è sparito dai nostri radar e le promesse fatte sono state disattese completamente”.
La stessa questione della dirigenza e delle figure di coordinamento intermedie sembra ormai un drammatico gioco dell’oca: sono state istituite per legge posizioni professionali che rischiano di eessere bocciate dalla Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla loro legittimità il prossimo 25 febbraio. Qualora ciò dovesse accadere, l’Agenzia delle Entrate sarebbe riportata alla “casella di partenza”, senza direttore generale, senza comitato di gestione e senza dirigenti.
“Nel frattempo, però – denuncia Zollo – continuiamo ad assistere alle passerelle televisive dei nostri governanti che assicurano che nel 2020 dalla lotta all’evasione fiscale arriverà un tesoretto di oltre 3 miliardi”.
Nella situazione attuale questa è un’utopia e i lavoratori del fisco non vogliono rendersi complici di un buco nel bilancio dello Stato che è attribuibile esclusivamente a coloro che non si stanno occupando di investire nella macchina fiscale e nei suoi lavoratori.
“Stiamo difendendo i nostri salari – conclude Zollo – ma soprattutto il nostro diritto/dovere di lavorare per lo Stato e i suoi cittadini in maniera concreta ed efficace, con un’organizzazione moderna e funzionale”.
Inoltre è fissata anche una grande Manifestazione Nazionale per il 6 febbraio p.v. che si svolgerà a Roma con un presidio sotto la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze.