Altrabenevento aderisce alla mobilitazione contro la camorra proposta da Libera e sollecita indagini più incisive sul riciclaggio di danaro sporco in città. Gabriele Corona torna sulla più che remunerativa azione dei clan che da tempo hanno scelto il Sannio come terra di riciclaggio di denaro sporco attraverso attività che all’apparenza sembrerebbero lecite ma che lecite non sono. Corona fa sapere che l’associazione che presiede aderirà alla manifeestazione voluta da Libera al Rione Libertà e tuttavia sollecita maggiore attenzione proprio sul riciclaggio di denaro sporco che può provocare danni enormi in questa città molto fragile sul piano economico e sociale. “Autorevoli magistrati antimafia hanno più volte confermato che i clan camorristici delle vicine province di Napoli e Caserta, cercano di investire i proventi delle attività illecite (spaccio di droga, estorsioni, scommesse clandestine, traffico d’armi, discariche abusive, ecc) anche nel Sannio ma finora non ci sono state indagini significative su questa piaga capace di devastare l’economia di questa provincia. Ovviamente il fenomeno è molto più conosciuto nel casertano ma non mancano contraddizioni clamorose della magistratura in Terra di Lavoro. Una delle vicende giudiziarie più contorte e ancora attuale riguarda le vicende giudiziarie di Michele Patrizio Sagliocchi, imprenditore di Villa Literno dei settori petrolifero ed immobiliare, accusato di essere il riciclatore di danaro sporco del clan Zagaria. Con questa accusa nel 2014 la Direzione Distrettuale Antimafia sequestrò conti correnti, immobili, barche, automezzi, una immobiliare di Malta e quote societarie appartenenti all’imprenditore e alla sua famiglia per un valore complessivo di circa 48 milioni di euro. Il provvedimento nato da un’indagine dei magistrati della DDA di Napoli, tra i quali Giovanni Conzo, oggi Procuratore aggiunto a Benevento, riguardò pure parte delle quote della GOIL POWER srl (ex FULL PETROL srl) di Campoli del Monte Taburno, grossista di carburanti. Il legale rappresentante della società amministrata fino al 2016 da Vincenzo Sagliocchi, figlio di Michele, è ora Tommaso Nicola Grasso, che non risulta coinvolto nella vicenda giudiziaria. A gennaio 2019 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha dissequestrato il “tesoro” di Michele Sagliocchi (pure le quote della GOIL) ma l’imprenditore a luglio scorso è stato arrestato per concorso esterno al clan dei casalesi. Anche questo provvedimento è stato annullato dal tribunale del Riesame ma i magistrati della DDA, Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio, tre giorni fa, il 15 gennaio, hanno firmato un nuovo avviso di conclusioni delle indagini ancora a carico di Michele Sagliocchi per collusioni con il clan Zagaria, che coinvolgono anche un assessore e un dirigente del Settore Tecnico del Comune di Caserta per presunte tangenti intascate per la costruzione del parcheggio multipiano San Carlo. Speriamo che la contorta vicenda giudiziaria di Sagliocchi si concluda presto con l’accertamento della verità e che anche a Benevento si accerti la provenienza degli investimenti milionari per recenti strane attività immobiliari”.