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Benevento| Vicenda Mc Donald’s, Picucci contro Moretti: post su Facebook offende i cittadini

Benevento| Vicenda Mc Donald’s, Picucci contro Moretti: post su Facebook offende i cittadini

9 Gennaio 2020 | by Anna Liguori
Benevento| Vicenda Mc Donald’s, Picucci contro Moretti: post su Facebook offende i cittadini
Attualità
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Il Mc Donald’s ancora al centro di polemiche. La querelle è iniziata dopo un post su Facebook del Direttore del Consorzio Sale Della Terra Angelo Moretti. L’assessore comunale al Commercio di Benevento, Oberdan Picucci, è su tutte le furie,  Moretti avrebbe offeso i concittadini.

“In un momento in cui si dibatte sul McDonald’s, – scrive Picucci sulla propria bacheca facebook – ognuno può avere il proprio gusto sul prodotto offerto dalla multinazionale, è assolutamente legittimo, ci mancherebbe. Ma mi sono imbattuto in un post di Angelo Moretti che lo definisce uno spazio per persone squattrinate, per senzatetto che con pochi spiccioli acquistano un panino, per famiglie di provincia che vedono in quel panino la possibilità di assaporare l’aria della vita metropolitana, per persone sole che vivono nei fastfood un pezzo di giornata a basso costo. Sinceramente – aggiunge l’assessore – ritengo che chi da sempre si professa paladino delle fasce deboli, debba vergognarsi di offendere migliaia di concittadini che ne sono clienti. Vergogna!”.

Le parole dell’esponente della Giunta Mastella si riferiscono ad una riflessione ben più ampia di Moretti datata 5 gennaio e postata sempre sui social network.

“Domani – scriveva Moretti – si inaugura un fast food di 256 posti a sedere che presenta come legittimo successo l’assunzione, ad oggi, di 60 giovani beneventani, a cui va tutto il nostro augurio di ogni bene, ma la verità è che in città è arrivato il vagone di un treno derelitto di un’economia passata, che ha le radici negli anni della favola americana delle piccole imprese che diventano grandi modelli per la fabbrica degli stili di vita americani nel mondo. Una fabbrica che ha avuto successo straordinario fino agli anni ‘90 e che poi grazie – ai pubblici sempre più attenti – è andata progressivamente in crisi come immagine un po’ dappertutto: nel mondo si è fatta spazio un’attenzione ecologica, un’attenzione al cibo ben prodotto, un’attenzione alle economie non predatorie e non massificanti e sono nate così le tante associazioni, le tante scuole di cucina, il riconoscimento Unesco alla Dieta Mediterranea come Patrimonio Unesco dell’Umanità: riconosciuto non tanto per i suoi prodotti quanto per i suoi processi produttivi e la convivialità delle culture del cibo.

Al Mc di Time Square a New York come in quello a Piazza di Spagna a Roma – scrive ancora Moretti – quei colori non brillano più tanto, la fabbrica di panini è uno spazio per turisti squattrinati, per adolescenti non romani, per famiglie di provincia che vedono in quel panino la possibilità di assaporare l’area della vita metropolitana, quei tavolini aperti dalla mattina a mezzanotte sono una accoglienza riscaldata per gli homeless che con pochi spiccioli acquistano un panino. Gli archi dorati nelle città metropolitane non sono più una favola da un bel po’, e non mancano le chiusure, come è avvenuto a Roma e Milano dove la catena ha dovuto chiudere alcune sue sedi. Nel film “Focaccia Blues” con Michele Placido e Lino Banfi si racconta della disfatta della grande multinazionale contro le focaccerie di Altamura, dove la locale filiale ha chiuso nel 2006. Nelle aree metropolitane quei negozi sono luoghi semi anonimi della città, rifugi per le periferie esistenziali del mondo, persone sole che vivono nei fast food un pezzo di giornata a basso costo. Nelle aree interne rappresentano la sfida tra tipicità e omologazione, tra identità e massificazione. Domani si inaugura con grande festa l’ultimo negozio dell’impero dell’Hamburger. All’improvviso, in una periferia della società occidentale (come la multinazionale inquadrerà la nostra città nel suo database) arriva un vagone fantasma dal passato, lo scampolo della vecchia economia turbocapitalista (come l’ha definita Giorgio Ruffolo), quella che Greta Thunberg e i milioni di adolescenti nel mondo contestano come l’economia che ruba il futuro, e la nostra città le fa festa. 256 posti a sedere sembrano un’iperbole ad ogni osservatore attento, non abbiamo né frotte di turisti né homeless, né le periferie delle aree metropolitane. Il BigMac – concludeva Moretti – dovrebbe dunque essere il competitor delle nostre pizzerie locali, delle nostre vinerie, dei nostri vicoli, dei nostri aperitivi, dei panini gourmet, dei ristorantini aperti e diffusi in città per il pranzo dei lavoratori. La mia personale Befana sarà questa: credere che i 60 assunti siano lavoratori felici da qui ai prossimi 10 anni, che mettano su famiglia e che vivano al meglio questa esperienza, ma al tempo stesso che il McDonald’s in salsa sannita non rovini la nostra economia da città di entroterra, che a fatica si afferma nell’immaginario nazionale per il suo buon cibo e buon vino, una città che offre ai suoi giovani ed ai suoi ancora pochi turisti non la patina di archidorati ma la bellezza di Santa Sofia, gli scorci del Triggio, le passeggiate tra Arco Traiano piazza Roma e Teatro Romano”.

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