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Benevento| Samte, Di Maria risponde a Bonavitacola

Benevento| Samte, Di Maria risponde a Bonavitacola

2 Gennaio 2020 | by Maresa Calzone
Benevento| Samte, Di Maria risponde a Bonavitacola
Attualità
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«Così come affrontata dal Vice Presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, la vicenda Samte merita non poche puntualizzazioni per avviare in perfetta connessione del rapporto spazio-tempo gli impegni assunti e i programmi di investimenti.

Il tutto per rendere finalmente noto quali siano le titolarità funzionali, le responsabilità e gli obiettivi in relazione alla applicazione della Legge regionale n. 14 del 2016 con la quale il Governo regionale ha voluto regolamentare il ciclo integrato dei rifiuti.

Una prima riflessione: se la Legge regionale, che ha istituito degli Enti d’Ambito rifiuti, che a loro volta dovevano produrre il Piano d’Ambito che doveva individuare il nuovo Soggetto gestore in sostituzione delle Società provinciali, avesse avuto corretta e puntuale applicazione, non ci sarebbe mai stato un caso Samte.

Questo perché tutti i dipendenti sarebbero transitati nei ruoli organici del nuovo Soggetto gestore: solo così i dipendenti, garantiti dalla clausola sociale, avrebbero visto affermati i propri diritti.

Dopo tre anni e mezzo la legge regionale non ha prodotto nulla se non qualche Ente d’Ambito che in un solo caso ha generato un mero studio di fattibilità.

La mancata attuazione della Legge dopo tanto tempo non può che significare che la legge non è attuabile ovvero che la Regione non è intervenuta come il sistema meritava ovvero attuando i poteri sostitutivi.

L’intero sistema regionale è tuttora confinato e regolato dalle pastoie normative disciplinanti la fase transitoria di passaggio delle competenze dalle Province ai Comuni attraverso la costituzione degli EDA.

Così ci si accanisce nei confronti delle Società provinciali, senza tenere conto del carico di inadempienze, ritardi ed anomalie gestionali in cui versa l’intero sistema gestionale.

La sterilità dell’impianto norma regionale ha prodotto ulteriori conseguenze sul piano territoriale: la Samte è tra le prime vittime della precarietà causata dal sistema per assenza di adeguata programmazione.

Vero è che una Società nata per un effetto di una legge disapplicata sin dalla sua genesi non poteva che concludere il proprio percorso con l’avvio di una procedura di liquidazione. Così come è stato necessario fare.

Del resto, altre norme come la Legge Madia e quelle regolanti la crisi d’impresa hanno contribuito a rendere ormai improcastinabile una presa di coscienza dello stato di crisi in cui versava da tempo la Samte.

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