Alea iacta est, tanto per scomodare Cesare che varca il Rubicone e punta su Roma in armi. Il Rubicone, in questo caso, sta a Largo Guerrazzi, nello studio del notaio Romano, dove questa mattina è stato scritto il capitolo finale della parabola di Samte. La catabasi della partecipata fa segnare, quindi, il suo epilogo. Liquidazione volontaria e la Rocca si chiama fuori dalla vertenza della gestione diretta del ciclo dei rifiuti anche se, nell’immediato, si occuperà dell’impiantistica, vedi diacariche, fino a quando l’Ato non sarà in grado di prendere in mano le redini dell’intera questione. E proprio sull’Ato, che non ha ancora sciolto le sue riserve su Samte ma che non intende assumersene l’onere dei debiti , Di Maria punta la sua attenzione.
Quasi tre ore di riunione con Agostinelli, che sarà commissario liquidatore, il Direttore generale Boccalone e Renato Parente, oltre all’ingerger De Bellis. Sul tappeto anche il post Samte, cosa succederà nel prossimo futuro e se sarà la strada della privatizzazione quella maggiormente percorribile.
Dimezzare la Tari da 14 a 7 euro e 50 e salvare la forza lavoro ma con contratti di solidarietà a 12 ore settimanali e al 32% degli stipendi. Lo accetteranno i sindacati che domani incontreranno il Prefetto Cappetta alla peresenza, forse, del vicepresidente regionale Bonavitacvola?
