Il dado è tratto e Samte veleggia, come imbarcazione ormai in disarmo, verso una irrimediabile liquidazione volontaria. Storia di unn epilogo largamente annunciato, la vicenda di un’azienda che al cospetto della politica, dall’avvento di Mastella in avanti, ha seguito una parabola segnata e i cui aguzzini sono stati i comuni della provincia, tutti più o meno morosi nei confronti della partecipata, per un ammontare che sfiora i dodici milioni. Con queste prospettive, francamente, sarebbe stato assai curioso che ci fosse stata altra soluzione che non quella della messa in liquidazione. In un contesto chiaro come quello attuale appare altrettanto palese che si proceda verso una privatizzazione del ciclo dei rifiuti, atteso che il Comune di Benevento faccia parte per se stesso e si organizzi, a dispetto dell’Ato, la propria raccolta dei rifiuti.
E proprio l’Ato, con buona pace dell’onesto Iacovella, per non fare la parte dell’utile idiota e per non finire nel tritacarne rifiuti di assumersi l’onere dei debiti di Samte e dirà di no alla Provincia autorizzando una decisione già presa. Oggi i sindacati hanno incontrato Agostinelli alla Samte per un ultimo disperato tentativo che, con molta probabilità, non avrà lungo respiro.
Segue servizio