Il Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, ha inviato una nota al Presidente del Consiglio dei Ministri e alla Ministra delle Infrastrutture per lamentare il fatto che sue precedenti note che segnalano le criticità delle infrastrutture stradali nel Sannio siano rimaste senza risposta.
Non solo, ma il Presidente Di Maria dichiara di essere costretto a prendere nota che «oltre al silenzio del Governo, si è aggiunta in queste ultime ore l’autorevole rivelazione, nel corso di una Conferenza Stampa, del Sindaco di Benevento, on.le Clemente Mastella, circa il blocco del raddoppio della “Telesina” a ragione, ha dichiarato il Sindaco, di incomprensibili ed ingiustificabili conflitti interni all’Anas».
Di Maria scrive di aver atteso invano «notizie circa i motivi dei differiti tempi di realizzazione di fondamentali arterie ANAS a servizio del Sannio: 1) Strada di penetrazione nel Fortore da San Marco dei Cavoti alla “Amborchia” in territorio di San Bartolomeo in Galdo; 2) raddoppio della n. 372 “Telesina” Benevento – Telese Terme – Caianello; 3) Benevento – Caserta». Oggi, spiega il Presidente della Provincia è costretto a prendere atto di una cosa ancora più grave, anzi di «gravità inaudita», e cioé quanto dichiarato dall’on.le Mastella circa la “Telesina”.
Quella arteria è pericolosissima, dice Di Maria: «la carreggiata è troppo stretta rispetto agli enormi volumi di traffico di un’arteria che garantisce la essenziale relazione Roma – Puglia. Un enorme risparmio in chilometri, tempi di percorrenza e denaro rispetto al tracciato autostradale». Ebbene, spiega nella sua lettera al Presidente Conte e alla Ministra De Micheli, «ogni ritardo nel completamento di questo intervento, così come in quello per la “Fortorina” e per la “Benevento – Caserta”, allunga questa corsa affannosa della Provincia di Benevento per recuperare il ritardo enorme che registra nei confronti delle aree contermini. La Classifica del “Sole 24 ore” ci confina all’ultimo posto in Campania; del resto sono decenni che questa Provincia registra un Indice di Infrastrutturazione che è meno della metà del penultimo posto in Campania (occupato dalla Provincia di Avellino). In queste condizioni recuperare il “gap” nella competizione territoriale assomiglia moltissimo alla fatica di Sisifo».
Il Presidente Di Maria così continua: «non è assolutamente tollerabile; non è ammissibile; non è giustificabile una situazione del genere: cioè una condanna di un territorio alla marginalizzazione ed alla scomparsa a dispetto delle sue enormi potenzialità».
Di Maria chiede a Conte e De Micheli: «E’ necessario che, nello spirito e nella lettera della Costituzione, si operi affinché vi siano interventi mirati alla perequazione di tutti i territori, per portare quelli deboli ad un livello di parità con quelli forti: non è pensabile che lo Stato spenda di più dove c’è più ricchezza e di meno dove c’è più povertà. Chiedo, dunque, al Governo centrale di prestare l’attenzione dovuta a questa Provincia, che non ha alcuna colpa da scontare nei confronti di chicchessia. Non chiedo assistenzialismo; chiedo il rispetto di un territorio che, come dice la Costituzione, ha eguale dignità degli altri».
Il Presidente della Provincia, quindi, affronta il tema delle infrastrutture di competenza dell’Ente: «nella mia citata lettera rimasta inevasa, inoltre, segnalavo le condizioni non accettabili in cui versano i circa 1.300 chilometri di Strade provinciali a ragione delle scarsissime risorse finanziarie trasferite dallo Stato e, soprattutto, dei prelievi forzosi ultramilionari imposti a questa Provincia (ed alle altre Province) dalle leggi statali. In particolare, nella mia lettera, chiedevo risposta sul Rapporto inviato da questa Provincia per lo stato di salute di ponti e viadotti della Provincia, Rapporto peraltro sollecitato dallo stesso Ministero delle Infrastrutture all’indomani della tragedia del ponte Morandi sul Polcevera a Genova: ma nulla è pervenuto circa la richiesta di questa Provincia volta al finanziamento urgente di almeno 150 milioni di Euro».
Il Presidente così conclude: «per i miei doveri istituzionali quale Presidente della Provincia, sollecito ancora una volta il Governo: