Immigrati per la prima volta in caloin Italia mentre aumentano (+1,9%) invece i connazionali che si
trasferiscono all’estero alla ricerca di un lavoro. Nel solo 2018 sono stati 117mila, cifra che fa lievitare a 816mila gli
espatriati nell’ultimo decennio. Si tratta di un esercito fatto soprattutto di giovani (l’eta’ media e’ sui 30 anni, 2 su 3 hanno tra i 20 e i 49 anni) e qualificati: quasi 3 su 4 hanno un livello di istruzione medio-alto e in cifre e’ pari a circa
182mila il numero dei laureati che negli ultimi 10 anni hanno fatto le valigie. La destinazione preferita e’ il Regno Unito e la regione in assoluto con piu’ partenze e’ la Lombardia. Ma e’ soprattutto il Sud a essere depauperato di risorse umane preziose, anche a vantaggio delle regioni del Centro-Nord: solo l’anno scorso ha perso oltre 16mila laureati, oltre la meta’ (8500) provenivano da Sicilia e CAMPANIA. E’ il quadro, per certi aspetti sorprendente, che emerge dal report dell’Istat sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente relativo al 2018.
Le iscrizioni anagrafiche dall’estero (immigrazioni) sono state circa 332 mila, per la prima volta in calo rispetto
all’anno precedente (-3,2%) dopo i costanti incrementi registrati tra 2014 e 2017. Piu’ di cinque su sei riguardano
cittadini stranieri (286 mila, -5,2%). In particolare sono in netta diminuzione,anche se restano consistenti le immigrazioni provenienti dal continente africano,soprattutto da Nigeria (18 mila, -24%), Senegal (9 mila, -20 %), Gambia (6 mila, -30%), Costa d’Avorio (5 mila, -27%) e Ghana (5 mila, -25%) che durante il 2017 avevano fatto registrare aumenti record. E la Lombardia e’ la meta di un immigrato su 5. Per quanto riguarda invece il fenomeno inverso, cioe’ le cancellazioni anagrafiche dovute al trasferimento all’estero, nel 2018 sono state 157mila (+1,25 nel 2017) e quasi 3 su 4 hanno riguardato emigrati italiani. A spiegare la ripresa dell’emigrazione sono le difficolta’ del mercato del lavoro in Italia , soprattutto per giovani e donne, ma anche il mutato atteggiamento nei confronti del vivere in un altro Paese , proprio delle generazioni nate e cresciute nell’epoca della globalizzazione, che spinge i giovani piu’ qualificati a investire con maggior facilita’ il proprio talento nei paesi esteri in cui sono maggiori le opportunita’ di carriera e di retribuzione. E se e’ il Regno Unito ad accogliere la maggioranza degli italiani che vanno all’estero (21 mila), fanno la loro parte anche Germania (18 mila), Francia (circa 14 mila), Svizzera (quasi 10 mila) e Spagna (7 mila). Mentre tra i paesi extra-europei, le principali mete di destinazione degli emigrati italiani sono Brasile, Stati Uniti, Australia e Canada (nel complesso 18 mila).