Domani, venerdì 29 novembre , dalle ore 9.30 alle ore 14.00, in Consiglio regionale, Aula Siani, si terrà il convegno “Carcere: il lavoro possibile, il lavoro negato”. L’iniziativa promossa dal Garante dei detenuti della regione Campania, con il contributo dell’Osservatorio sulla vita detentiva, rappresenta un momento di confronto con gli attori sociali e istituzionali che operano nell’ambito delle politiche attive del lavoro. L’ obiettivo è quello di condividere e diffondere le esperienze maggiormente significative di inserimento lavorativo delle persone ristrette e riflettere circa la normativa vigente sugli sgravi fiscali e/o contributivi del nostro paese.
I lavori saranno introdotti dal Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, e presieduti dal Garante dei detenuti Samuele Ciambriello.
Interverranno il Presidente della Commissione lavoro del Consiglio Regionale Nicola Marrazzo, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza Adriana Pangia, il Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Vittorio Ciotola, il Provveditore campano dell’amministrazione penitenziaria Antonio Fullone, il Professore Ordinario di “Diritto del Lavoro” dell’Università Luigi Vanvitelli Fulvio Corso e la rappresentante dell’U.I.E.P.E. Giusi Forte.
Nella seconda parte della mattinata è prevista una “Tavola rotonda” presieduta da Stefano Anastasia, Garante delle persone private della libertà personale delle Regione Umbria e Lazio (Portavoce nazionale dei Garanti dei detenuti) con gli interventi del Direttore regionale dell’INPS Giuseppe Greco, il Responsabile ANPAL (Agenzi strumentale del Ministero del Lavoro) regioni Campani e Calabria, Michele Raccuglia, il Presidente regionale Associazione Antigone, Luigi Romano; il Garante dei detenuti della regione Emilia-Romagna Marcello Marighelli, il Segretario regionale CGIL, Nicola Ricci. “L’incontro ha l’ambizione di far entrare nel mondo carcerario lavoro normale che riscatta la condizione dei detenuti e favorisca il loro inserimento nella società in maniera dignitosa e democratica. Mediante il lavoro negli istituti, nonché con corsi di formazione professionale, coincidente le persone detenute, oltre a provvedere alle proprie esigenze personali, possono sviluppare determinate professionalità e competente spendibili direttamente nel mercato del lavoro all’esito del loro percorso rieducativo, coincidente con l’espiazione della pena inflitta”, dichiara il Garante Campano dei detenuti Samuele Ciambriello.