Un ministro della Repubblica che si reca in visita istituzionale, oltre che politica, in casa di un privato. Luigi Di Maio è giunto nel Sannio, anche con ritardo in base alla sua tabella di marcia, ed è ospite dell’azienda La Guardiense per dare, a quanto si è capito, il sostegno del Governo all’iniziativa Città del Vino che vede in Guardia una parte della pentapoli enoica. Un ministro che sceglie la sede di un’azienda piuttosto che una sede istituzionale è specchio dei tempi. Va detto che prima di lui fu Gentiloni, nell’aprile del 2017 e in veste di Presidente del Consiglio, a preferire un’altra azienda, la Rummo, al posto della Prefettura che reca in su la scritta Palazzo del Governo e non certo per caso. Senza volere scomodare Einaudi che il primo luglio del 1950 venne a Benevento e poi fu a Santa Croce del Sannio e che ricevette le personalità tutte in Prefettura, anche il vituperato Mastella, queste colonne non gli risparmiano quasi nulla, ricevette da Ministro di Grazia e Giustizia il suo omologo azero Karimov nel maggio del 2007 in Prefettura e si comportò con l’aplomb che la carica impone. E’ la Prefettura il luogo delle istituzioni e non la casa di un privato; un rappresentante del Governo è li che riceve le delegazioni se si reca in loco ed è sempre li che decide di concedere il massimo sostegno a tutte le iniziative possibili. Sarebbe un segnale di profondo rispetto per la città o il territorio di cui si ritiene di dover rendere omaggio e darebbe anche il senso di quell’ossequio delle forme di cui si permea anche la sostanza. Benevento non è una grande città e la visita nella sua provincia di una delle prime 5 cariche dello Stato si conta sulla punta delle dita. Avrebbe meritato la presenza del ministro che in loco avrebbe potuto ricevere delegazioni intere e sostenere tutte le iniziative possibili. O tempora, o mores dicevano i latini e allora non ci resta che registrare le nuove abitudini che si fanno strada. Noi rimaniamo di altro parere.