A sei giorni dalla passata operazione, riprendono gli sfratti ad Avellino. Altri tre interventi da parte dei tecnici del Comune, insieme a vigili urbani, polizia, carabinieri, vigili del fuoco e addetti alle utenze di gas, luce e acqua, sono stati portati a termine a Rione Mazzini, Rione Parco e in via Della Sala a Valle, zona prefabbricati post terremoto. Come per la scorsa settimana, si è proceduto a sgomberare occupanti abusivi che non avevano i requisiti per gli alloggi in dotazione. Forze dell’ordine e incaricati si sono incontrati questa mattina nello spiazzo di Rampa San Maria delle Grazie e, dopo un breve briefing, hanno dato il via alle attività.
A Rione Mazzini è stata liberata un’unità abitativa in possesso di un uomo che l’aveva sub affittata ad altri. La persona in questione, tra l’altro, è un noto commerciante della città, con un reddito certamente congruo per provvedere da sé all’affitto o all’acquisto di una casa. Nell’appartamento sgomberato, tutte le utenze erano allacciate abusivamente attraverso raccordi per non pagare e non figurare nei contratti di Sidigas, Enel e Alto Calore.
A Rione Parco, invece, l’alloggio liberato, di 114 metri quadri, era nelle disponibilità di una coppia. Anch’essa abusiva che lo ha lasciato senza fare storie. L’abitazione è stata già assegnata ad una famiglia di sei persone.
Infine, l’intervento di Valle, dove non sono mancati attimi di tensione poi subito rientrati. Qui, l’alloggio era occupato da un solo uomo che, a quanto pare ha a disposizione un’altra sistemazione per trasferirsi.
Il nuovo blitz, per continuare il piano comunale da 100 sfratti da realizzare nel più breve tempo possibile, è già stato programmato ma, al momento, non trapela nulla.
Intanto, ad assistere alle operazioni di sfratto c’era anche una provata Marianna Mazza. L’assessore alle Politiche Abitative ha dichiarato quanto “personalmente è difficile sostenere certe situazioni ma a darmi la necessaria determinazione per andare avanti è il fatto che, finalmente, si stanno ristabilendo dei diritti prima messi da parte. Tutte le verifiche prima degli sgomberi, infatti, sono basate su parametri oggettivi, quali, in primis, il reddito e l’esistenza acclarata di altre case di proprietà. Inoltre, in questa stessa fase, non si realizzeranno solo sfratti ma si cominceranno a dare le prime risposte a chi aspetta una sistemazione da anni”. Dopo una serie di sopralluoghi, infatti, a giorni si istituirà un tavolo tecnico per mettere ordine in questa matassa degli alloggi popolari. “Se ci saranno casi che potranno rientrare nella sanatoria appena avviata dall’ex Iacp (oggi Acer) – conclude Mazza – ovviamente, saranno vagliati”.
Nel frattempo, avviate le operazioni, c’è qualcuno che, occupando unità abitative senza averne i titoli, comincia a riconsegnarle al Comune. Fino a questo momento sono stati 3 i casi registrati.