Con l’approssimarsi di importanti appuntamenti elettorali, in primis quello che porterà l’Umbria a ridisegnare lo scenario politico locale, l’Associazione Assoprovider intende chiarire attraverso il suo vicepresidente vicario, Giovanbattista Frontera, il proprio punto di vista su una delle più controverse problematiche legate alla diffusione dei servizi digitali. Frontera, a nome dell’intera Associazione, lancia un appello pubblico rivolto a tutte le istituzioni locali nettamente contrario ai presunti “oneri finanziari”, che potrebbero essere richiesti agli operatori per fruire delle infrastrutture pubbliche idonee alla posa di reti per la Banda Ultra Larga (fibra ottica). L’appello, è indirizzato ai prossimi Governi regionali: “Non è concepibile che le PMI che operano nelle TLC, ovvero quei soggetti che investono anche in zone a fallimento di mercato con fondi propri, debbano sottostare a balzelli finanziari, togliendo a queste ingenti risorse al business o ritardandone l’operatività a causa dei ricorsi all’Autorità di Garanzia delle Telecomunicazioni per far valere i propri diritti”.
Inoltre, incalza Frontera: “Un esempio a noi molto caro è quello relativo all’Umbria, regione nella quale, nella legislatura regionale scaduta nel 2015, collaborammo alla stesura della legge sulle TLC, ancor oggi molto avanzata, ma rimasta purtroppo poco applicata. Il riscontro è che, mentre per quella di proprietà diretta regionale (RUN, Regione Umbria Network con oltre 600 km. di fibra posata e sostanzialmente “spenta”) non viene chiesta alcuna fideiussione, per quella posata da Open Fiber, società che opera con fondi pubblici, si! Il Codice delle Comunicazioni, in tal senso, è molto chiaro e vieta l’imposizione di oneri di garanzia su fibra ottica posata con fondi pubblici.”
È evidente, dunque, la richiesta mirata ad escludere ogni tipo di onere finanziario di qualsiasi natura a carico degli Operatori delle Telecomunicazioni, per facilitare l’operatività e rendere il servizio di connettività ultraveloce più efficiente e ad ampia diffusione anche nelle aree più marginali del territorio.
Su questo aspetto ma non solo, si sta battendo da tempo Assoprovider, l’associazione che dal 1999 riunisce i primi fornitori di Internet (gli Internet Service Provider) che hanno contribuito con le loro battaglie contro le multinazionali a diffondere la Rete nel Paese. Tra le conquiste dell’associazione, l’approvazione della “Legge Salvaprovider”, che ha equiparato gli ISP agli operatori telefonici e la liberalizzazione del wifi nei locali aperti al pubblico o aree confinate di frequentazione pubblica.