Anche la città di Benevento finisce tra i fascicoli di un delicato e approfondito Dossier, quello che riguarda le tangenti e la corruzione degli uomini di potere nelle amministrazioni.A ideare questa sorta di “libro nero” su cui finiscono società, aziende appaltatrici, Enti con tanto di dirigenti, è l’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione. E così l’autorità ha stilato una lunga lista di episodi e fenomeni di corruzione. C’è la storia di qualche anno fa che vede l’impiego di microcamere, identiche a quelle utilizzate in medicina per le visite laparoscopiche, infilate nelle buste chiuse per controllare e rivelare le varie offerte durante le gare d’appalto ancora in corso. E’ uno dei casi emersi dal report dell’Anac, che ha preso in esame i vari casi di corruzione tra il 2016 e il 2019. Il caso specifico si riferisce al sistema che veniva adoperato da un commissario di gara, dirigente del Comune di Benevento. Il dirigente si serviva della particolare telecamerina ad uso medico, riuscendo a leggere le varie offerte giunte dalle ditte per le gare d’appalto, prima che le buste venissero aperte, in modo che le società corrotte potessero vincere le gare d’appalto con prezzi piu’ bassi. Tra i casi emersi, emblematico è quello di un dirigente che al posto di una “bustarella” aveva beneficiato di lavoretti gratuiti in casa della suocera. Il Dossier riguarda ovviamente episodi di corruzione con mazzette dalle più basse come il caso del dipendente del Tribunale di Palermo, che incassava 50 euro vendendo notizie riservate su procedimenti penali in corso a quello più grave di un dirigente Anas, il “primo pentito delle grandi opere”, sottoposto dall’autorità giudiziaria a sequestri per circa mezzo milione di euro.
