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Avellino e l’Irpinia tra affari, politica e camorra.La nota di Generoso Maraia, deputato M5S

Avellino e l’Irpinia tra affari, politica e camorra.La nota di Generoso Maraia, deputato M5S

16 Ottobre 2019 | by redazione
Avellino e l’Irpinia tra affari, politica e camorra.La nota di Generoso Maraia, deputato M5S
Attualità
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Quando ho appreso che un politico della Lega è indagato nell’inchiesta Partenio 2.0 sulla presenza della camorra ad Avellino, non mi sono meravigliato per due motivi.

Il primo motivo è relativo alla posizione geografica dell’Irpinia: ho sempre sostenuto che l’Irpinia, essendo stretta tra le province di Napoli, Caserta e Salerno, non può considerarsi immune, per ragioni geografiche, dalla camorra che spadroneggia in Campania.

Il secondo motivo che mi fa percepire questa inchiesta come qualcosa di ampiamente prevedibile è da rinvenire nella storia della Lega. Dopo più di venti anni di tentativi politici ed istituzionali, messi in atto al fine di separarsi dal Meridione, il progetto a lungo termine di Salvini di “avere pieni poteri” ha indotto il suo partito a chiedere i voti anche al Sud. Ora la Lega si trova nella difficoltà di candidare persone oneste e prive di interessi economici e personali. Lo ha ammesso lo stesso Salvini parlando dei suoi candidati calabresi. Eppure il tentativo della Lega di espandersi al Sud è destinato a naufragare, non tanto per i numerosi arresti, dal Sindaco di Apricena al consigliere di Avellino, ma per le modalità scelte in tale strategia di espansione. I colonnelli della Lega del Nord avrebbero l’arduo compito di selezionare le truppe meridionali e controllarle. Un tentativo, tuttavia, già naufragato in un mojito e nella passerella estiva sui litorali meridionali.

Avellino è sotto attacco della camorra e meriterebbe da parte di tutte le istituzioni la massima collaborazione per difendersi da un male endemico, diffuso e ormai storico.

Invece il Governatore De Luca, come si evince da un video diffuso, non ha esitato a rivolgere al Sindaco di Avellino Gianluca Festa parole ambigue e pericolose, dal tono intimidatorio, quali “dovete stare con i piedi per terra, non devi dire troppe stronzate”. A cosa si riferisse il Governatore nello specifico, non possiamo saperlo, ma di certo non sono questi i toni di una collaborazione tra istituzioni, necessaria soprattutto in queste fasi delicate.

Senza voler necessariamente individuare legami con la vicenda giudiziaria in questione, ricordo che lo stesso De Luca non ha esitato a stringere con la Lega un “patto d’acciaio”, a partire dal rovente compartimento della sanità. Un settore questo, che in Campania, da anni, è campo di battaglia e terra di conquista per i protagonisti della cattiva politica.

Non mi stupisce affatto, quindi, ciò che sta accadendo nella Lega avellinese, con la vicenda giudiziaria che coinvolge l’ex consigliere Damiano Genovese, nonché ex aspirante sindaco nel capoluogo irpino, figlio del boss Amedeo Genovese, capo dell’omonimo clan camorristico. Balzati entrambi agli “onori” della cronaca giudiziaria per essere stati intercettati, nel corso di un colloquio in carcere, mentre si felicitavano per il risultato elettorale della Lega, esprimendo, in contemporanea, avversione nei confronti di Luigi Di Maio e del Movimento 5 Stelle.

Ora nuove nubi si addensano sulla Lega irpina, con il coordinatore provinciale della Lega irpina Sabino Morano, autosospeso dalla sua carica, indagato per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di una vasta indagine che nella giornata di lunedì, ad Avellino, ha condotto all’arresto di ben ventitré persone accusate di essere inquadrate nel nuovo clan Partenio.

Alla luce di ciò che sta accadendo, non posso che ammirare e sottolineare la scelta del Movimento 5 Stelle avellinese, e dell’allora sindaco Vincenzo Ciampi, di non cercare, più di un anno fa, l’appoggio leghista per tenere in piedi quella difficile, ma avvincente, esperienza amministrativa.

Infine, esprimo totale e incondizionata solidarietà al Sindaco di Avellino, Gianluca Festa, per aver subito il gangsterismo verbale del Governatore De Luca, evidentemente più impegnato ad apostrofare ed intimidire gli avversari politici che ad essere garante dell’interesse collettivo in politica.

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