La quiestione dell’uso dei pozzi di San Salvatore Telesino. Integrativi o sostitutivi dell’acqua del Biferno che, miscelata a quella dei pozzi contaminati di Pezzapiana e Campo Mazzoni, servirà a rendere l’acqua più pura grazie all’iopera di diluizione. Una soluzione che sulle prime ha creato perplessità ma il presidente del CdA di Gesesa Abbate ha liquidato come fanfaluche sostenendo la liceità di una soluzione del genere. Circa i pozzi di San Salvatore Telesino lo stesso Abbate, nel corso dell’intervista rilasciata alla nioastra emittente lo scorso 2 di ottobre, ebbe a confernmare la natura integrativa e non sostitutiva di quelle acque.
Una tesi un po diversa da quella fornita dall’AD Cuciniello al cospetto della commissione Ambiente. Cuciniello è stato più ermetico ma ha parlato della natura dei pozzi telesini come sostitutivi della fornitura del Biferno e non integrativi. Per Altrabenevento si tratta della conferma che la città sarà via via privata dell’acqua del Biferno. “Abbate e Cuciniello comunicano poco e male”, sostiene Gabriele Corona leader di Altrabenevento, laddove dovrebbero quantomeno decidere di comune accordo come servire acqua agli utenti. “GESESA sarebbe ben lieta di tale decisione che le consente di poter gestire anche il tratto di acquedotto oggi usato per fornire acqua del Biferno”, che gli consentirebbe di aumentare il numero dei comuni serviti, anche per raggiungere la percentuale di utenti necessaria per diventare Gestore Unico del servizio idrico delle province di Benevento e Avellino”. Finalino. Rimettere in sesto i pozzi telesini prevede una spesa di 8 milioni di euro per lavori commissionati ad Acqua Campania debitrice per 88 milioni nei confronti della Regione. Pensare che quei pozzi possano essere utilizzati “semel in anno”, lascia molto ma molto perplessi.
