Riceviamo e pubblichiamo
Come per una compagnia teatrale l’applauso al termine di una riuscita rappresentazione, così come per il personale sanitario di un nosocomio il plauso e la riconoscenza costituiscono il massimo della gratificazione e ripagano di lunghi giorni e di notti insonni, timori e speranze.
Ed è tanto maggiore la felicità, il giubilo, se la gratitudine, di cui si viene fatti oggetto, proviene da una persona raggiante di veder “rinato” alla vita il proprio congiunto.
In certi casi, non basta la penna del cronista per rendere pienamente l’emozione di chi si sente uscita fuori dal buio di un tunnel dall’intenso timor panico e difficile da reggere se non grazie al conforto ed alla fiducia che le infondeva l’ <<operato di ognuno di voi e mi riempivo il cuore>>.
È bene, dunque, per una volta lasciare il passo alle commosse ed efficaci espressioni di una lettera, scritta, si direbbe mai come in questo caso, veramente “con la mano del cuore”, al Direttore Generale, Dott. Mario Nicola Vittorio Ferrante, dalla consorte di un paziente felicemente restituito in salute dalla U.O.C. Medicina d’Urgenza.
<<Ho trovato – scrive la signora – medici efficienti ma umili al punto giusto da accettare di interfacciarsi con altri professori, in merito alla patologia di mio marito. A voi infermieri che dire: • umani • preparati – efficienti • vigili. Ricordo la prima notte trascorsa in reparto, notavo che a stretta distanza, un infermiere controllava tutti i pazienti senza aspettare un campanello di aiuto che suonasse. Che stupore, gioia, conforto, sicurezza, che con il vostro operato mi avete trasmesso. Vincenzo, Anna, Simona, Alfonso siete stati degli angeli per Luca. E tutto questo bel vedere, era chiuso e vigilato da un coordinatore, Salvatore, che con passo profondo, sguardo duro e minaccioso teneva il ritmo di questa bella, meravigliosa orchestra di amore e professionalità.>>.
È questo il “San Pio” visto da chi lo ha vissuto da dentro.